mercoledì 16 dicembre 2020

Come le onde del mare del Nord (comme les vagues de la mer du Nord )

Questa frase, forse un po' decadente, per un attimo mi ha parlato, e ne ho fatto un titolo.

...Così, così i miei pensieri arrivano a ondate in questo periodo di lunga solitudine, di silenzi, di riflessioni.

Sulla schiuma delle ondate, brillano, luccicanti, i ricordi.

C'è l'ondata che mi riporta mia madre, la sua voce melodiosa e sottile, quando accennava a delle canzoni dei suoi tempi; io l'ascoltavo.

C'è l'ondata che mi riporta i nonni, gli zii, le tavolate estive e chiacchierone, la compagnia, la brillantezza, il sole, il mare.

C'è l'ondata che mi riporta i miei figli, le teste bionde d'oro, o brune, riccioli o frange fini di seta. i giocattoli, i capricci, i vestitini, i quaderni.

C'è l'ondata degli alunni, i visi che si sovrappongono a paesaggi lontani, remoti nel tempo e nello spazio, i nomi sono ormai sbiaditi dal tempo, ma le frasi, i sorrisi, gli sguardi, sono tutti lì nella memoria, nel cuore

...

Intanto la mia immagine nello specchio si appanna, e un po' alla volta va dissolvendosi in un paio di lacrime di cui non mi ero accorta




mercoledì 9 dicembre 2020

I giorni del distacco

Dopo che il gruppo ha vissuto momenti forti, intensi, di partecipazione, di vitalità, condivisione (ma anche di rabbia, collera, pianti) quasi impercettibilmente le tinte forti impallidiscono, la grancassa rulla sempre più piano, e tutti, tutti i toni, emotivi, sonori, coloristici, tendono a sfumare, un po' per volta, pian piano, sbiadiscono come in un Bolero di Ravel. Solo chi ha ascoltato l'allegro con brio, può captarne gli accenni nel pianissimo.

La casa pian piano cade nel silenzio; si abbassano cortine di ragnatele mentali. I ricordi addolciscono i toni, obliterano le dure parole scheggiate, saettate qui e là.

I passi si fanno meno ravvicinati e forti, quasi felpati. 

L'eco delle parole risuona a lungo, prima che giunga una risposta.




sabato 21 novembre 2020

Come un'onda

Come un'onda che mi culla, questo tempo strano che sembra un elastico e io ci sto appesa, e tutto pare così stranamente normale, così normalmente strano. 

Non c'è niente che sia giusto, e di conseguenza tutto è affrancato, tutto è giusto.

 Si fa il piccolo cabotaggio, la normale amministrazione, senza uscire dai binari, senza scosse, senza levate di scudi.

Tanto, si sa, è in arrivo il "redde rationem". Di cosa? Non saprei, però ho questa impressione, questa sensazione.

Nel frattempo, conviene lavorare sommessamente, conservando anche un po' di energie: chè non si sa mai.

I grandi viaggi, le grandi scelte, i grandi dissapori, no, no! Non è roba per questo momento.

Un granellino alla volta ci sbricioliamo le giornate, la vita, la storia.

Passerà, passeranno, passeremo. 

[a un altro tempo, a un'altra stagione, ad altra cosa]




mercoledì 28 ottobre 2020

Un bel momento

 Proprio un bel momento, dai. Ultimo anno, vita pressochè da reclusa, insegnamento digitale, e adesso le "festività" in arrivo. Non le voglio chiamare con il loro nome. 

Le persone a cui la festa è dedicata non sono così, per me. Sono qui, nel mio cuore, ben presenti. Lietamente mi accompagnano, mi danno piccoli suggerimenti, mi suscitano immagini del passato. (Sarebbe ben triste se andassero via, e perchè poi? sono gran parte della mia vita. Senza la loro compagnia sarei a brandelli.). 

Guarderò un po' le loro foto, forse. Ma non ne sono sicura, perchè questa cosa mi fa piangere molto. E poi le foto sono di un attimo. Invece io voglio pensarli nello svolgersi delle giornate. 

Acquisterò dei crisantemi gialli o color panna, "loro" sanno che sono i miei, che li preferisco. Accenderò delle luci, non tante. Una sola per volta: m'incanterò a guardare la fiammella bianca, ricordando.

 



venerdì 16 ottobre 2020

le penne del pavone

 Lo sai com'era lui, vero? particolare. Non per una cosa precisa, ma... per un'aura che lo circondava. Per il suo modo di affrontare cose incredibili e risolvere con uno snap. Naturalmente non c'era solo questo: c'erano le angosce, i silenzi, le pause in solitudine. Doveva rigenerarsi, diceva. Fuggiva, ma era una fuga al buio, al chiuso: un rincantucciarsi in un bozzolo. Sistematicamente e periodicamente, buscava dei nuovi amici. Amici che mescolavano l'ammirazione a qualcos'altro, come brillare di luce riflessa. Niente di male, in fondo, accade a tutti coloro che brillano. Eppure... eppure questi amici cercavano invariabilmente di piegare la sua volontà ai propri scopi, di usarlo a proprio vantaggio. 

Lui: proprio lui che era come il vento. 

Da accorgersene a fuggire, a volar via, era un attimo.



lunedì 5 ottobre 2020

La battuta

Ieri, andando da me, in montagna, ho trovato un cartello (anzi, non l'avevo neanche visto: è stato mio marito che ha fermato l'auto per leggere).

OGGI BATTUTA DI CACCIA AL CINGHIALE

leggerlo e rabbrividire è stato tutt'uno. Ho chiesto conferma del fatto che da noi non potessero entrare. NO, NO. 

Poi, le cose del quotidiano mi hanno preso, mi hanno distratto. Pulire, rassettare, spazzare, eliminare il disordine dovuto alla buriana di domenica scorsa. 

E' stato verso le 11:00, credo. A parte il viavai, strano, che di solito non ci passa un'anima.

Forse le 11:30.

Di colpo rumori, vociare, e, vicino, grugnire, forte, sonoro, ripetuto. Vicino, più vicino degli altri rumori.

E'stato allora che ho sperato.

(Anche a me rubano gli ortaggi, e non me ne importa un bel niente, come per i ghiri che prendono noci e nocciole, e per gli uccelli che mangiano la frutta battendomi sul tempo)

Ho sperato che si fosse messo in salvo nella mia macchia, tra i castagni e le querce, nel folto delle felci maschio altissime e verdi, delle robinie spinose a ciuffi invadenti.

Ho sperato con tutta l'anima e sono rimasta un po' accanto ai ciclamini del limitare, per vedere se arrivavano gli inseguitori, i sanguinari, gli spietati.

Invece, di colpo, tutto è stato silenzio. 





sabato 19 settembre 2020

Sto partendo

Non lo faccio apposta, credetemi. Sono già in secondo piano. Ma davvero, voi non ve ne accorgete? Non mi vedete un po' più sbiadita, la voce un po' incrinata, lo sguardo simile all'acqua del fiume?

Sto raccogliendo cose qua e là, sto strappando fogli, gettando roba vecchia

Un paio di borsoni li ho già riempiti, il biglietto è sul comò, le scarpe da mettere le ho scelte.

Davvero non vi siete ancora accorti di nulla? Sto ripescando vecchie immagini mentali, nel dormiveglia sfoglio i ricordi, rivedo vecchie classi, vecchi alunni bambini, ormai uomini, ormai donne. Vecchi colleghi già vecchi allora, e adesso? Chissà se esistono. Alcuni no, e lo so, ma nella mia mente sono sempre lì, pacati e sorridenti, a ripetere le loro massime, come i giocattoli magici nei film di Spielberg. 

Rivedo belle spiagge marine di tanti luoghi, illuminate da raggi ormai tramontati lustri, decenni orsono. 

Tutto, tutto in valigia.

E i viaggi, tanti, lontano, la sveglia all'alba, la stanchezza del ritorno con le luci accecanti negli occhi.

Tutto, tutto in valigia.

Non sapevo che mi sarei sentita così; e non lo faccio apposta.

Non sono io a cercare questi pensieri: sono loro, che pensano me.




sabato 12 settembre 2020

Un tempo (...)

 6. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

7. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare.

 

(Ecclesiaste 3,1-15)

 

E' accaduto d'un tratto. Intorno a me le solite pareti di aria, la consueta banalità quotidiana opprimente.

D'un tratto, come quando si disegna col dito sul vetro appannato, con movimenti incerti ho tracciato uno, due, tre segmenti... quattro.

Un varco: l'ho guardato dapprima con una certa diffidenza, sott'occhio. Poi...

poi ci ho pensato

 E ho detto quel "Perchè no" che è il mio labaro, il mio stendardo, che mi difende e mi segna il cammino

Perchè no? E mi sono affacciata

Perchè no

Al di là, un mondo nuovo

Via, via tutto: al di là spazi, colori, luce

La quinta dimensione si è dispiegata ai miei occhi

E' lì che ho capito che dopo aver provato, visto, non sarei più tornata indietro

No. Mai più




giovedì 27 agosto 2020

Adesso!

E' stata una cosa lunga, faticosa e caracollante, un'estate che non sapeva niente di sè, che si è svolta faticosamente, trascinandosi e procedendo a balzelloni, come certe macchine mosse dal vento, spettri paurosi e cose meccaniche contemporaneamente, dalla cui vista nascondersi, dal cui percorso sfuggire.
E l'afa, l'afa su tutto, combattuta a barricate con i condizionatori, subendone lo smacco al crepuscolo, al levarsi di plotoni di zanzare, nugoli di pappataci, squadre di pipistrelli.
Ma basta: ecco prossimo il liquefarsi della rossa stagione, ed ecco la mente sollevata a dispiegare le ali, liberando le penne rattrappite.
Adesso sì che si può leggermente andare nel vento, risvegliando i pensieri sopiti, storditi dalla calura, si può rovistare nella mente alla ricerca del lasciato a metà (quanto!)
Adesso; e i ricordi tristi raggomitolati in un cantuccio non daranno fastidio.
Staranno lì come i gattini randagi, contenti del poco donato.



https://vivailmondo.it/2019/01/04/strandbeest-le-creature-cinetiche-mosse-del-vento/

lunedì 17 agosto 2020

Lo stupore (ancora e ancora...)

Mai, finirò di stupirmi degli animali selvatici, mai. Domenica, dopo la festa. Noi finalmente seduti, nel silenzio, lucertoline e lucertoloni saltellanti, con una faccia tosta che amo, perché  sottintende che non ci temono, noi, grossi gnu indaffarati nel loro habitat senza colpo ferire.
D'un tratto, "flap, flap" sto ferma, mio marito mi dice: "Ce ne sono due, non ti girare". Sorrido, non ci temono.  Prendo il telefono come per fare un selfie, ma inquadro alle mie spalle, e almeno uno lo riprendo.
Birdwatching: Columba palumbus, Colombaccio.

mercoledì 5 agosto 2020

Più ci penso...

... E più penso che è stata una bella favola, in fondo.
C'è stato un po' di tutto: belle città, begli episodi, un pizzico di suspense, viaggi, una manciata di paure sparse, trabocchetti qui e là.
Bei momenti, dolcezze, sogni, illusioni
e sconfitte pianti disperazioni
Complimenti, spesso non desiderati, gioie così forti da lasciare senza fiato
Sorprese: inattese
E sorprese nelle sorprese
Da non reggere alla sorpresa.

E stanchezza di tutto, stanchezza spossatezza, voglia di chiuderla, ripensando a tutto
al bello e anche al brutto
socchiudendo gli occhi sottili sottili
per vedere lontano lontano
al di là
Al di là


sabato 25 luglio 2020

Le cose

Pensaci, dai: che saranno mai le cose?
Oggetti, tessuti, ceramiche, metalli. Niente. Materia bruta che sta lì, anche per caso, un acquisto svogliato, un regalo noioso e buttato da parte. Una curiosità di un attimo.
...
Tempo, tempo
Dopo un tot di mesi, di anni, che non ci sei più, qualcuno a cui manchi (sorprendetemente manchi! non ci avresti mai creduto) qualcuno sfiora quel braccialetto di pietre, quel libro, quelle tazzine da caffè.
Li prende e se li porta a casa per vederli ogni giorno, per toccarli e dire a te: "Buongiorno! ti penso, sai..."
E guarda a che pagina il libro era stato ben aperto, per rileggere le stesse parole che ti hanno incantato.
Indossa la tua sciarpa per darsi coraggio, per dirti: "Ci sei, ci sei ancora, nel mio cuore, sempre..."
E litiga con te nel pensiero, per la scelta nei giornali o nelle stoviglie, e mette in ordine la tua scrivania... con la precisione di chi sa che stai per tornare: le penne, i fogli, il portatile ben spolverato al centro.

martedì 14 luglio 2020

Preferenze

Avete presente i fuochi d'artificio? le luci, i rumori, la folla. La gente, tanta gente, che mangia, gesticola, parla, cammina, guida, commette piccole innocue prepotenze, dice piccole innocue ingiurie, esagera, alza i toni, litiga e fa pace, tutto con rumore...

E poi, il silenzio: il soffio del vento, come lo sciabordio del mare, lo stormire delle foglie; poi un crrro crro che è la voce di un volatile, poi il latrato di un cane, in lontananza.
Tutta l'aria tace, nella vallata.

Perchè dunque, amo tanto disperatamente la montagna, con le sue robinie, i suoi castagni, le sue felci invadenti, le fragoline e i fichi, le nere amarene che non ho osato cogliere?
Perchè amo il falco che rotea nel blu, il ghiro dagli occhi tondi, aggrappato al nocciolo, le coccinelle arrampicate sui fili d'erba e le libellule dalle vibratili ali iridescenti?
Nessuno mi ha insegnato ad amarli, la scelta era già in me.


martedì 26 maggio 2020

Lo stupore

Ebbene, è accaduto di nuovo.
Sarò una sciocca, dai.
Tutto silenzio, solo lo stormire delle foglie, io lì a guardarmi intorno_ già lo sapete_ a guardare il gelsomino, la mimosa, il castagno, il pero che amo  ... d'un tratto
d'un tratto lei.
Lei lì, davanti a me, a guardarmi dall'alto (ci vuol poco) con l'aria di dire:"Oggi mancavi solo tu, già era una giornata storta!"
E io, dov'è il cellulare, dov'è l'icona, perchè non fa clic, ma quale fuoco, ma scatta, dai.
Lei sempre lì, a guardarmi, tipo: "Non ti capisco mica, uffa, che c'è, mi innervosisci"
E così, in un lungo attimo, bastevole a vederla bene, a capirne i colori, la livrea
E intanto dicevo a mezza voce "Ho capito chi sei, ho capito..." Puf! un fruscìo d'ali, ma non in fretta, perchè paura, di me, proprio non ne aveva. E ci mancherebbe altro!
Una ghiandaia.
Meravigliosa.
Niente foto mia, il clic ha ripreso il cancello, dopo che era volata via.
La foto l'ho presa dalla rete: identica.

martedì 19 maggio 2020

La griglia

Ci deve essere: la griglia dove scorre via il tempo, con tutte le parole dentro, e i sorrisi, i pianti, la disperazione.
Dove sono infatti i volti amati? dove sono quelli che ci sono cari?
Tutti lì immagino, nelle acque tremolanti sotto l'inferriata della griglia.
Visibili solo a tratti, a chi sa guardare, a chi, curioso e pensoso, osserva

Non so dove siano altrimenti. E insieme, ci sono anche le mie età, i miei sedici anni, e prima, i dodici anni con la coda di cavallo, i sette anni a correre tra le robinie, i tre anni a Pisa.

Lì, nell'acqua bruna e tremolante del tombino

E la crocchia della nonna, con le sue forcine (spadelle, le chiamava); le fiabe della zia, le bottiglie di pomodoro, papà imbarcato, il tennis dello zio

Quanti cerchi tremolanti, quanti visi, quante parole

(Scivolerei lì anch'io, per vederli)




sabato 9 maggio 2020

la paura e la domanda

Ce l'ho fatta. Stamattina, ho preso la risoluzione della mia vita. Messo tutto lo strumentario, scelto gli abiti (da più di due mesi che non mettevo il naso fuori di casa, saran passate due stagioni). Sono uscita.
Lo stupore, la voglia di vedere com'era adesso fuori, tutti imbavagliati come me, ben confezionati.
La paura di sbagliare a fare qualcosa. Vado a prendere un cornetto... no! I bar sono chiusi!
E poi, il ritorno. Appagata felicità, senso di compiutezza, ansia di normalità.
..
Adesso che è sera, sono qui a tictoccare (!) sui tasti.
E sono stanca. Sono triste.
Non posso non pensare alla mia famiglia trasparente (d'ora in avanti la chiamerò sempre così).

Penso a loro, e li immagino curiosi e ironicamente divertiti da questa masquerade  generale.
Mia madre di certo, avrebbe ridacchiato e fatto qualche battuta pungente.
Papà avrebbe scandito il suo "Mah!" sacramentale.

E lei, mia sorella, avrebbe trovato una mascherina elegantissima in raso candido, presa chissà dove, in uno dei suoi viaggi.
..
Ciao famiglia trasparente.
Ho la mia maschera di tela verde, che mi ha portato il figlio n.2.
Non sono mai stata la più chic, in casa.
Va bene così.
Tanti diafani pensieri per voi, miei amatissimi.


giovedì 30 aprile 2020

uscita

Uscita: dopo un'eternità.
La mascherina, i guanti. Finanche gli occhiali da sole, chè la luce, davvero, mi dava fastidio, bruciava gli occhi.
Seduta dietro, in diagonale, certo.
Ma questo, tutto questo, era il meno.
Le auto: pareva andassero sull'aria, circospette, quatte quatte.
Nessuno di fretta, tutti molto accorti e attenti.
Davanti ai supermercati, le persone uscivano compunte, mascherina guanti carrello. Distanziate.
Per un attimo ho realizzato che il fastidio maggiore degli ultimi tempi della normalità era il pressing dei pedoni, che ti camminavano dietro talmente vicini, talmente sotto, da raccogliere i discorsi e poter intervenire con competenza.
...
No, ma di più.
La cosa più impressionante.
IL SILENZIO.
Silenzio.
Rotto dal cigolio delle ruote dei carrelli.
Improvviso in crescendo da lontano, l'urlo stridente, lacerato, di un'autoambulanza.


mercoledì 29 aprile 2020

strampi: strani tempi

Scusate il titolo un po' così: lo sapete che mi piace giocherellare con le parole. Forse mi è rimasta appiccicata questa cosa da quando,  ... da quando... non importa.
Strani tempi, dicevo: tempi di divieti, di permessi, di paure, di nemici invisibili, di ansia di libertà, di consapevolezza di un passato che non torna, di certezze che non lo erano, mentre eravamo noi che ci sentivamo sicuri... sicuri? roba da ridere! e non sapevamo, non ipotizzavamo cosa ci aspettava,  accovacciato tra le pagine di un giornale, in mezzo alle pubblicità di moda dei quotidiani online.
Ora è così. E chi ci è stato, chi ci è passato, chi si è seduto dietro la porta della terapia intensiva, sa che non se ne esce mai più.  Che quelle ore trascorrenti senza misura sono come cinghie roventi.
Non se ne vanno più, i segni, non se ne esce più.
Adesso vorremmo riguadagnare terreno, riconquistare qualcosa, pensare "E' tutto finito".
Pensiamolo pure, il pensiero, almeno, è libero di volare.
Anche nel cielo nebbioso della menzogna.
Ma riusciremo ad abbracciare e baciare i nostri amici, come prima?



domenica 19 aprile 2020

DAD -> MAYDAY

La mia vita di prima. Le levatacce, il gatto, il cane, e poi la borsa, anzi le borse, l'ombrello (certo, pioverà, come sempre, sai i capelli...) poi via, il bus, il traffico, uffa il parcheggio, è dritta, è storta, troppo avanti, gli specchi, il pass... poi corri, l'ascensore, quando arriva, firmare, l'aula, ah no! il registro, ma dove sta, eccolo, l'aula, la LIM, non si accende? ah ecco, la connessione, vabbè uso il mio cell, dai, basta cha funzioni, il tablet, presto, le firme, aspetta, il libro virtuale, ecco... manca poco, stanno per arrivare

DAD DAD DAD DAD DAD DAD DAD.... ... ..... .. .. .. .. ..

Dove sono?
dove sono io?
dove sono loro, i miei monelli?


lancio attraverso la rete i miei messaggi, le mie spiegazioni, i compiti, i video selezionati bellissimi di scienze...
loro mi rispondono: "Non ci riesco" "Non me lo fa allegare" "Ho visto il video, prof" "C'è una cosa che non ho capito"" Devo fare anche gli altri esercizi, prof?"  "Ah, ok"
e sono come tanti MAYDAY MAYDAY MAYDAY
 e mi sento come penso si doveva sentire mio padre quando, da marconista, nella notte, immerso nella luce artificiale, sentiva nelle cuffie  ... _ _ _ ...   ... _ _ _ ...    ... _ _ _ ...  






sabato 11 aprile 2020

A qualcuno piace Pasqua

A me, ad esempio.  Passato il tunnel del buio invernale, il gelo, il freddo, l'artificiosità delle luci natalizie, le brevi giornate vischiose di nebbia, o scricchiolanti di cristalli di ghiaccio, quando tutto è un problema e uscire è la prima guerra della giornata, intabarrati di lana e di plastica... tutto passato: adesso il sole è dolce e l'aria mite, tenere foglioline arpeggiano al venticello, gonfi boccioli promettono bellezza, colori e profumi. Pasqua! la dolcezza di uscire, la speranza che svolazza nell'aria, le idee si intrecciano con i sogni, forse andrò, forse farò, perchè no... e gli abiti sono leggeri, e i passi pure sono leggeri leggeri, il cagnolino scodinzola e saltella e tu speri, chissà cosa, chissà perchè


martedì 24 marzo 2020

Il dove, il come, il quando

Mica mi disturba questo mondo piccolo; è come se ci fossi nata, in questo bozzolo. Ho il mio scrittoietto, i miei libri, i quaderni, il pc con tanti fili arricciolati, i cavi del mouse, delle cuffie e intrecciati insieme i drammi che scoppiano come palloncini pieni d'inchiostro e mi oscurano per un po'...poi passa.  Tragedie in miniatura, echi attutiti, qualcosa che rimbalza dal mondo di fuori.
Sto qui, io, barricata dietro i doppi vetri, nel silenzio che è ancora più silenzioso (è mortale, ma non si dice).  Rari passanti, rarissimi viaggianti.
Volano le tortore, i merli, le gazze e mi ricordo del picchio (lontano, lontano da qui). Ricordo: mi ricordo dell'upupa e del falco roteante, dei narcisi a festa abbigliati di giallo, delle rose ingenuamente arroganti  di una bellezza spropositata, di colori oltre l'immaginazione, di un velluto che non osavo sfiorare.
Ma intorno tutto gira, giorno dopo giorno, secondo un binario che ormai è quello, impossibile scendere dalla giostra.
_La sera, poi, arrivano loro: i ricordi. Li guardo, schiudersi per mostrarmi un evento, un fatto, delle parole che sento risuonare come fossero pronunziate là per là; li vedo, loro, le persone della mia vita, quelle che non torneranno più, ma che sono qui, e non mi lasciano e io so che in ogni scena della vita attuale, se guardo con la coda dell'occhio li vedo (un po' in disparte, cortesi e discreti, ma lì, sempre)._
Corro io corro, sulla rotella senza fine del criceto.


domenica 16 febbraio 2020

il vortice

Non ci sono rumori, prima. Non ci sono avvisaglie, cose che ti lascino capire che si avvicina... niente.
Tutto a un tratto... swisssshh un vortice
Panico, paura, sgomento, rabbia, impossibilità a uscirne.
Tutto il resto, il precedente, è tutto vetrificato.
Ma come, pensi: stamattina, ieri sera, ero così felice
non più, non più


Una cappa scura sul capo, non vedi, non provi niente altro.
(cos'è questa colata di umor nero, questo magma gelido paralizzante...
Einsamkeit, angst, träume...Ich weiß es nicht)


https://flic.kr/p/auUJ9D

sabato 8 febbraio 2020

talvolta, per caso

Vi capita, così, per caso, che qualcuno su un social fraintenda una vostra frase e vi rintuzzi in malo modo?
A me ogni tanto_ raramente_  sì.
Ma da un pezzo non me la prendo più.
Non rispondo, semplicemente.
Penso che l'unico modo per ridimensionare questi personaggi sia ignorarli.
Chè poi, diciamola tutta:
1- avete frainteso: era una battuta!
2- quand'anche avessi sbagliato, ma che modo è di stare a correggere con un tono di superiorità?

Quindi, poichè sono delle nullità, silenzio.
Non c'è replica.


martedì 4 febbraio 2020

uno scrollone

Mica facile. Vuoi essere perfetta/o. Vuoi puntigliosamente andare a caccia della minima inesattezza. Vuoi esorcizzare il caso, l'imprevedibile, la fatalità... ma ti accorgi che più ti applichi in questo disinnesco e più la bomba ti sta per scoppiare tra le mani.
E che il pericolo diventa sempre più grande, che quell'ombra adesso giganteggia oscillando su di te...

Una scrollata di spalle.
Basta: ci penserò domani.

https://youtu.be/Z_83trUw1-U

mercoledì 22 gennaio 2020

il vuoto

Comunque, mi pare tutto un girare a vuoto. Ma è questo dunque il senso di tutto? Che alla fine, gira gira, ti accorgi che non c'è nulla per cui valga la pena di prendersela.
E che le cose più belle, i colori più vividi erano nel passato, le frasi con una maggiore risonanza, gli eventi più intensi, le scelte, le grandi decisioni prese in un baleno (e le parole più tenere e le canzoni che rubavano il cuore)


sabato 18 gennaio 2020

la soglia

E' una sottile percezione.
Prima no, non ci badi.
Poi, d'un tratto ti accorgi che è lì. Ti accorgi che gli altri sono dietro e tu, invece sei lì. A un passo, due, tre: non importa.
Ciò che conta è che la vedi.
Ce l'hai davanti a una certa distanza.
Non è più quella forma vaga, come una nebbiolina, a malapena non dico vista, ma nemmeno immaginata.
E tu, lì, con lei ben piazzata davanti, in prospettiva, ben rettangolare, ben aperta: aspetta. Te.


martedì 14 gennaio 2020

Quando hai fatto tutto

Quel momento, quando hai fatto tutto.
Hai pianificato, con fatica, e poi, punto per punto, hai districato i nodini, anche i più piccoli.
Ti sei accanita sulla maniera  giusta, esatta, corretta.
E uno, e due e tre... fino alla fine.
Poi, fatto.
La telefonata, il modello da compilare.
La risposta da dare, la variante nel caso che.
Tutto, fatto tutto.

Ed ecco la bolla.
Una bolla leggera, fatta di niente, aria di nulla, in cui galleggi.
Sensazione di vuoto, che ti fa capire perchè preferisci il senso di colpa del non avere fatto il dovuto
a questo nulla, all'eco del battito del cuore, al rimbombo del respiro