mercoledì 22 febbraio 2023

Dove sono

 Mi sto cercando.

Dove sono? Le immagini del passato, sempre più sfocate, si allontanano: visi, episodi, periodi, luoghi si riavvolgono in una pellicola epica che ormai appare lontana da me.

E' una storia conchiusa, non è più mia, la protagonista era la me che ero, non quella che sono.

Dove sono? Tra le camelie e i salici, tra gli anemoni e i bucaneve, tra i gatti e le api? Non solo, non basta.

Potrei tornare più indietro ancora, rovistare negli angolini degli hobby, scovare cose insolite e poco frequentate (ma non mi va: ho poco tempo, non posso sbagliare)

Rivedo i gesti di mia madre e li ripeto senza accorgermene.

Forse, è lì che sono.





sabato 18 febbraio 2023

Non serve



In campagna non ho l'orologio. O meglio, ne ho ben due, molto graziosi, fermi.

Stanno lì, uno sul caminetto e l'altro sul canapè, a decoro dell'ambiente.

La mattina passa veloce: innaffiare le talee, controllare il vivaio, osservare le nuove gemme, verificare la buona salute delle foglie di tutte le piante. Per far questo occorre camminare, camminare, con gli stivaloni di gomma, magari con il bastone, anche. E assicurarsi che il convolvolo non sia riuscito a stritolare i giovani salici, i giovani olivi, anche.

Controllare i teli per il gelo, verificare che la terra non sia arida nei vasetti, altrimenti intervenire con l'innaffiatoio (riempire, andare, versare).

Osservare i piccoli fiori, i bucaneve, le margheritine,  prendere fotografie.

E gli anemoni? ah, eccone uno! le prime foglioline sono qui, finalmente.

A questo punto ramazzare un po' di fogliame secco portato dal vento. 

Ma ecco un suono, un grido: netto, ripetuto, secco.

Il falco! sono le dodici e lui va a caccia.

Bene, adesso basta, metto via, chiudo e torno a casa.

Non serve l'orologio, in campagna.







martedì 14 febbraio 2023

Sorpresa



 Mattina in campagna: controllare le potature, i teli per proteggere le piante più delicate, guardare le gemme, osservare le talee da mettere a breve nella terra.

D'un tratto: sorpresa! cos'è che si muove? Tra il tarassaco e la pratolina, un'ape. Ancora un po' tonta per il sonno, ancora intirizzita dal freddo e impacciata, fa dei voletti brevi, sugge qui e là. Che bella, che dolce (!) Non si può carezzare un'ape, altrimenti l'avrei fatto. Poi l'ho vista sul cotto della loggetta, a riscaldare le alucce al sole. 

Sono andata a mettere un po' di zucchero nell'acqua, poco poco in un piattino. 

Il minimo, no? per dirle che ero felice di vederla. Dopo un pochettino già non c'era più (Ho tanto da fare, signora mia)

mercoledì 1 febbraio 2023

Frantumi

 Ti piacerebbe che la tua vita fosse come la piramide di Cheope: alta, liscia e perfetta. Esempio nei secoli per purezza di linee, per maestria di esecuzione. Un simbolo, un monumento, un emblema.

Invece.

Quando se ne va il cocciaro (a Roma si chiamava cosi, m'è rimasta questa parola appiccicata: vabbè, il venditore di terrecotte) alla fine del mercato, dopo tutte le attività di compravendita, dopo aver riposto insieme ai garzoni l'invenduto, che lascia, che resta sul selciato della piazza? Ecco, quello è.