Non ho altro che loro. E non lo dico io, no.
E' qualcosa di più grande di me che sobbalza quando sento le vocine argentine, quando vedo gli occhietti freschi e allegri, i sorrisetti lievi.
E' la felicità che mi invade quando racconto una storia inventata là per là e loro mi ascoltano attente, gli occhi sgranati seguono le mie parole, lo sguardo, i gesti, ridono per le mie sciocchezzuole, i miei giochetti, che da tempo immemore non posso più dire ai figli. E adesso, ecco, ritornano a tintinnare sonanti campanellini d'argento per le orecchiette candide delle nipotine.
E comprar loro i vestitini, sceglierli con cura, per il colore dei capelli, degli occhi, per il fisico; ricordarsi di tenere sempre quei biscottini, quell'acqua minerale, quelle merendine. E aspettare con pazienza di vederle, di poter dare loro la "bella cosa", spiare la felicità negli occhietti, sperando che nel dono si veda anche tutto l'amore.