martedì 22 febbraio 2022

Il vento (la pioggia)

 Vi piacciono le giornate di vento? A me sì, son sempre piaciute. Ricordo un mio vecchio disegno, avrò avuto sì e no sei anni, in cui raffiguravo una scena in piazza, in un giorno di vento. Sciarpe svolazzanti, signori compìti che inseguivano i cappelli, mulinelli di foglie e carte. Mi piace il vento: calco un cappello in testa ed esco, contenta. (La pioggia non mi piace_ tutta quell'acqua che m'infradicia i capelli, la borsa, gli abiti, la spesa_ la pioggia ottusa che vien giù da neri nuvoloni testardi _allora sì che non si può uscire_ il cane che torna comunque bagnato e olente)

Il vento scarmiglia capelli e pensieri, rinnova le idee, ritrova vecchie ambizioni, vecchi capricci tornano a germogliare: perché no? perché no?








martedì 15 febbraio 2022

Adelante Pedro

 Scusate se ho scelto questa citazione come titolo; il fatto è che volevo rappresentare un passaggio complesso, e mi sembravano le parole più indicate. Pensate a quando avete un appuntamento in un ufficio, non c'è parcheggio, fermate l'auto lontano ed ecco, pioggia a rovesci. Arrivate grondanti, dopo una gimkana tra le auto, l'ombrello che si ribalta e voi restate lì con questo tulipano inutile (o dovrei dire con questa medinilla? ) e poi le scale di marmo viscide, la paura degli sdruccioloni. Insomma, qualcosa così. Che poi alla fine di tutto vien da dire: "Ok, per oggi basta, pranzo e dormo fino a domani".  E ho tralasciato tutte le insidie dello stare negli uffici, tutti i sottintesi del non detto, tutte le intuite manchevolezze e superficialità che esalano il loro vago sentore di bruciaticcio, che tuttavia percepite benissimo, nonostante il trench bagnato, i capelli impossibili, e il pensiero all'ombrello che chissà se è ancora lì nel portaombrelli o se è piaciuto a qualcuno frettoloso e/o disattento. E quindi la certezza di dover seguire con attenzione tutte le parole, anche (soprattutto) quelle dette a mezza voce, accennate, sussurrate all'altro impiegato/funzionario, i brividi che procura lo sguardo d'intesa tra loro (cos'è che ignoro?). Anche se poi va tutto bene, l'impressione è sempre di averla scampata bella, ma anche di non averne la completa certezza, chissà cosa c'era che non ho letto, che non ho capito. "Alla prossima!" dice con un sorriso mordente l'impiegato. 



sabato 5 febbraio 2022

Il disappunto

 Cosa c'è che non va? oppure dovremmo chiederci, cosa c'è che va? Ma soprattutto, al di là di giochi di parole più o meno triti, ci sarebbe da riflettere su questo clima di scontento, sulla stanchezza obliqua, sul disappunto che permea la vita, al momento. Un lungo momento. L'incertezza, il rammarico, l'inquietudine, il vuoto, il timore e quasi la paura delle insidie del domani. A nulla valgono i ragionamenti per placare l'ansia, gli schemi procedurali, i percorsi logici: su tutto, la pece del rammarico, del dispiacere, del disappunto. I rari momenti lieti sono quelli dell'annebbiamento della coscienza: i giochi con le nipotine, la cura delle nuove piante, il sonno. Tutto il resto è sgomento