lunedì 27 settembre 2021

Tic tic tic

 Avrei da lavorare a delle cose e invece sono ancora qui,  a  giocherellare con la tastiera.

A che scopo, poi? Per farmi leggere da qualcuno dei miei quattordici lettori? Per affliggerli ancora con le mie elucubrazioni, con le mie divagazioni che non sono ancora domande, ma non sono affermazioni?

Tutto è confuso e vago; ci vuole tempo perché il pulviscolo dorato sollevato dal mio piccolo tornado personale si depositi, facendo un po' di chiarezza.

Perché mi agito in mille attività defatiganti, ad es. perché cerco di arrivare alla sera con la spossatezza del mulo, che non sa più che vuole, nel male e nel bene.

Perché rimando tutte le cose che amavo fare, le spingo oltre, come un pallone nel mare, oltre l'orizzonte.

Poi penso che sì, forse potrei...non ora, dopo...poi

Poi con la sera risale la marea dei giorni passati, rigurgiti di ricordi apparentemente inoffensivi.

Mai visto un riccio nell'acqua di Amalfi? bellissimo, nell'acqua simile a un vetro verdeazzurro

(Prenderlo: toccarlo?! no no)

Il passato non si può toccare senza dolore.

Il presente non è quello che doveva essere.

Il futuro ... (non esiste)



martedì 21 settembre 2021

Campo minato



 Da un po' che è così. Si procede, veloci, solerti, ed ecco che sotto i piedi: pim, pum, pam

Scoppiettano castagnole, bombette, tric trac a serpentello

E basta! Basta fastidi, noie piccole e grandi, seccature capaci di ingigantirsi a Guai con la maiuscola, ma anche punturine di spillo, buone solo a importunare quel po' di quiete che si riesce a mettere insieme, a raccattare.

Basta.

Aspiro a un nirvana di pace, coltivo e moltiplico clorofiti e giacinti, raddrizzo dalie abbattute dal gran peso della corolla, innaffio le nuvole azzurrine delle plumbago.

Basta.

Sfioro la mimosa noli-me-tangere, osservo sorridendo beata il salice piangente, coccolo il cedro dorato.

Basta.

Ho avvertito in lontananza il clangore metallico della bascula del tempo, che si richiudeva alle mie spalle.


giovedì 9 settembre 2021

Tutto è perduto

 


L'inutilità di tutto. Danni, dimenticanze, scortesie gratuite, malattie, spese, eventi spiacevoli: tutto si impila con regolare sistematicità, tutto collabora al grande disastro finale. E venga dunque, venga la fine al più presto. Quanto è lunga la palude fangosa da attraversare... quando finirà? Non vedo l'ora