Da un po' che è così. Si procede, veloci, solerti, ed ecco che sotto i piedi: pim, pum, pam
Scoppiettano castagnole, bombette, tric trac a serpentello
E basta! Basta fastidi, noie piccole e grandi, seccature capaci di ingigantirsi a Guai con la maiuscola, ma anche punturine di spillo, buone solo a importunare quel po' di quiete che si riesce a mettere insieme, a raccattare.
Basta.
Aspiro a un nirvana di pace, coltivo e moltiplico clorofiti e giacinti, raddrizzo dalie abbattute dal gran peso della corolla, innaffio le nuvole azzurrine delle plumbago.
Basta.
Sfioro la mimosa noli-me-tangere, osservo sorridendo beata il salice piangente, coccolo il cedro dorato.
Basta.
Ho avvertito in lontananza il clangore metallico della bascula del tempo, che si richiudeva alle mie spalle.
La "bascula del tempo" fa il paio con la clessidra che è stata capovolta anni fa.
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