lunedì 28 marzo 2022

La finestra

 Accade, semplicemente. Tutto è noia, ripetizione, tedio. Tutto è come una melma in cui faticosamente spostarsi. Pensieri neri come la pece si attaccano alla fronte, vivono nella testa da parassiti.

Poi, accade.

Un'idea: piccola, eh! 

Ma diversa, lucente come un brillantino.

Non puoi non guardarla, la osservi, la pulisci, la lustri: e diventa luminosa, un raggio tra le dita.

E tutto cambia. I pensieri tristi diventano ombre schiacciate dalla luce, che inonda e cambia tutto nella testa.

Gli occhi rubano anch'essi un raggio, non sono più spenti.

Passi davanti allo specchio, e ti sorridi.

La finestra è aperta!








venerdì 25 marzo 2022

Promesse... promesse

 Devo proprio raccontare questa cosa. Amo le piante (lo sapete) amo la biodiversità: quindi negli anni ho piantato rose rosse, rosa, tee, bianche, screziate, violacee, blu e così  anche per le altre piante, ho scelto varietà  diverse. Amo la vita in tante forme, gli insetti ronzano nel mio giardino tra giacinti bianchi che paiono una ghirlanda di sposa e giacinti color fucsia. Insomma il giardino è il mio piccolo Eden. 

Ho scelto un salice piangente, una mimosa e un ginkgo biloba, ma anche varietà locali di mele e pere.

Però da me non c'erano le ginestre. Perché?

E non si possono raccogliere lungo la strada e trapiantarle, sono specie protette.

Acquistarle? Certo che potevo, ma non sarebbe stata la ginestra locale.

Poi ho deciso: avrei raccolto i semi. Detta così sembra facile. Devi trovare la pianta, ricordarti dove sta, aspettare che fiorisca, aspettare che escano i baccelli e maturino i semi, quindi raccoglierli.

Anche questo si può fare, con un po' di attenzione. 

Ma poi come procedere con la semina?

Bene, ho trovato online le spiegazioni. 

I semi vanno trattati con acqua calda per tempi stabiliti, dipendenti dalla temperatura dell'acqua. Poi vanno seminati in semenzaio.

Il semenzaio si può fare di cartoncino così dopo si mette direttamente nel terreno.

E poi... poi guardare, mettere al sole, riportare in casa, innaffiare.

E ancora guardare, sperare, mettere al sole

Etc. etc.

Nelle foto due semi di ginestra con i loro teneri piccoli germogli.

Li guardo e il semenzaio è come una nursery 





domenica 20 marzo 2022

Sacrifici

 C'è una divinità delle feste, ne sono certa. Deve esserci: altrimenti non si spiega. Ormai ho troppi riscontri, troppe prove, ho verificato moltissime volte.

Vi siete accorti (mi rivolgo ai miei quattordici gentili lettori) vi siete accorti di come funziona un giorno di festa? un giorno a caso, dico, non per forza Natale. Può essere l'onomastico, il Santo patrono, qualunque ricorrenza.

La data si avvicina, ci si organizza, chi va da chi, ci vediamo, che mi metto, che regalo scegliamo, che cuciniamo, oppure dove andiamo a pranzo fuori.

Fin qui, tutto normale, salvo per la tensione che cresce, cresce (alla fine rimbomba nelle orecchie).

Poi, finalmente, ecco il giorno. Che bello, è buon tempo, c'è il sole. Ci sentiamo belli, sorridiamo, a noi, agli altri, in genere.

Poi, è un attimo. 

E' il campanello, o è il citofono? E' il telefono fisso o il cellulare?

Boom, scoppia una granata in casa. 

(Dove sono i sorrisi, i visi lieti? dove intristiscono i regali tutti invano infiocchettati? i cibi si raffreddano nei piatti, la tovaglia pende, afflitta, dal tavolo. Ma i cuori, i cuori: neri, sbattuti, sconvolti, e poi gli occhi lucenti, i visi di pietra, i movimenti meccanici, ripetuti, i passi avanti e indietro).

Deve essere una divinità come quelle degli Inca, degli Aztechi, tipo Quetzalcoatl. 

Non si compie la festa senza sacrifici (vuole i cuori pulsanti, solo di quelli si sazia)