mercoledì 28 ottobre 2020

Un bel momento

 Proprio un bel momento, dai. Ultimo anno, vita pressochè da reclusa, insegnamento digitale, e adesso le "festività" in arrivo. Non le voglio chiamare con il loro nome. 

Le persone a cui la festa è dedicata non sono così, per me. Sono qui, nel mio cuore, ben presenti. Lietamente mi accompagnano, mi danno piccoli suggerimenti, mi suscitano immagini del passato. (Sarebbe ben triste se andassero via, e perchè poi? sono gran parte della mia vita. Senza la loro compagnia sarei a brandelli.). 

Guarderò un po' le loro foto, forse. Ma non ne sono sicura, perchè questa cosa mi fa piangere molto. E poi le foto sono di un attimo. Invece io voglio pensarli nello svolgersi delle giornate. 

Acquisterò dei crisantemi gialli o color panna, "loro" sanno che sono i miei, che li preferisco. Accenderò delle luci, non tante. Una sola per volta: m'incanterò a guardare la fiammella bianca, ricordando.

 



venerdì 16 ottobre 2020

le penne del pavone

 Lo sai com'era lui, vero? particolare. Non per una cosa precisa, ma... per un'aura che lo circondava. Per il suo modo di affrontare cose incredibili e risolvere con uno snap. Naturalmente non c'era solo questo: c'erano le angosce, i silenzi, le pause in solitudine. Doveva rigenerarsi, diceva. Fuggiva, ma era una fuga al buio, al chiuso: un rincantucciarsi in un bozzolo. Sistematicamente e periodicamente, buscava dei nuovi amici. Amici che mescolavano l'ammirazione a qualcos'altro, come brillare di luce riflessa. Niente di male, in fondo, accade a tutti coloro che brillano. Eppure... eppure questi amici cercavano invariabilmente di piegare la sua volontà ai propri scopi, di usarlo a proprio vantaggio. 

Lui: proprio lui che era come il vento. 

Da accorgersene a fuggire, a volar via, era un attimo.



lunedì 5 ottobre 2020

La battuta

Ieri, andando da me, in montagna, ho trovato un cartello (anzi, non l'avevo neanche visto: è stato mio marito che ha fermato l'auto per leggere).

OGGI BATTUTA DI CACCIA AL CINGHIALE

leggerlo e rabbrividire è stato tutt'uno. Ho chiesto conferma del fatto che da noi non potessero entrare. NO, NO. 

Poi, le cose del quotidiano mi hanno preso, mi hanno distratto. Pulire, rassettare, spazzare, eliminare il disordine dovuto alla buriana di domenica scorsa. 

E' stato verso le 11:00, credo. A parte il viavai, strano, che di solito non ci passa un'anima.

Forse le 11:30.

Di colpo rumori, vociare, e, vicino, grugnire, forte, sonoro, ripetuto. Vicino, più vicino degli altri rumori.

E'stato allora che ho sperato.

(Anche a me rubano gli ortaggi, e non me ne importa un bel niente, come per i ghiri che prendono noci e nocciole, e per gli uccelli che mangiano la frutta battendomi sul tempo)

Ho sperato che si fosse messo in salvo nella mia macchia, tra i castagni e le querce, nel folto delle felci maschio altissime e verdi, delle robinie spinose a ciuffi invadenti.

Ho sperato con tutta l'anima e sono rimasta un po' accanto ai ciclamini del limitare, per vedere se arrivavano gli inseguitori, i sanguinari, gli spietati.

Invece, di colpo, tutto è stato silenzio.