giovedì 30 aprile 2020

uscita

Uscita: dopo un'eternità.
La mascherina, i guanti. Finanche gli occhiali da sole, chè la luce, davvero, mi dava fastidio, bruciava gli occhi.
Seduta dietro, in diagonale, certo.
Ma questo, tutto questo, era il meno.
Le auto: pareva andassero sull'aria, circospette, quatte quatte.
Nessuno di fretta, tutti molto accorti e attenti.
Davanti ai supermercati, le persone uscivano compunte, mascherina guanti carrello. Distanziate.
Per un attimo ho realizzato che il fastidio maggiore degli ultimi tempi della normalità era il pressing dei pedoni, che ti camminavano dietro talmente vicini, talmente sotto, da raccogliere i discorsi e poter intervenire con competenza.
...
No, ma di più.
La cosa più impressionante.
IL SILENZIO.
Silenzio.
Rotto dal cigolio delle ruote dei carrelli.
Improvviso in crescendo da lontano, l'urlo stridente, lacerato, di un'autoambulanza.


mercoledì 29 aprile 2020

strampi: strani tempi

Scusate il titolo un po' così: lo sapete che mi piace giocherellare con le parole. Forse mi è rimasta appiccicata questa cosa da quando,  ... da quando... non importa.
Strani tempi, dicevo: tempi di divieti, di permessi, di paure, di nemici invisibili, di ansia di libertà, di consapevolezza di un passato che non torna, di certezze che non lo erano, mentre eravamo noi che ci sentivamo sicuri... sicuri? roba da ridere! e non sapevamo, non ipotizzavamo cosa ci aspettava,  accovacciato tra le pagine di un giornale, in mezzo alle pubblicità di moda dei quotidiani online.
Ora è così. E chi ci è stato, chi ci è passato, chi si è seduto dietro la porta della terapia intensiva, sa che non se ne esce mai più.  Che quelle ore trascorrenti senza misura sono come cinghie roventi.
Non se ne vanno più, i segni, non se ne esce più.
Adesso vorremmo riguadagnare terreno, riconquistare qualcosa, pensare "E' tutto finito".
Pensiamolo pure, il pensiero, almeno, è libero di volare.
Anche nel cielo nebbioso della menzogna.
Ma riusciremo ad abbracciare e baciare i nostri amici, come prima?



domenica 19 aprile 2020

DAD -> MAYDAY

La mia vita di prima. Le levatacce, il gatto, il cane, e poi la borsa, anzi le borse, l'ombrello (certo, pioverà, come sempre, sai i capelli...) poi via, il bus, il traffico, uffa il parcheggio, è dritta, è storta, troppo avanti, gli specchi, il pass... poi corri, l'ascensore, quando arriva, firmare, l'aula, ah no! il registro, ma dove sta, eccolo, l'aula, la LIM, non si accende? ah ecco, la connessione, vabbè uso il mio cell, dai, basta cha funzioni, il tablet, presto, le firme, aspetta, il libro virtuale, ecco... manca poco, stanno per arrivare

DAD DAD DAD DAD DAD DAD DAD.... ... ..... .. .. .. .. ..

Dove sono?
dove sono io?
dove sono loro, i miei monelli?


lancio attraverso la rete i miei messaggi, le mie spiegazioni, i compiti, i video selezionati bellissimi di scienze...
loro mi rispondono: "Non ci riesco" "Non me lo fa allegare" "Ho visto il video, prof" "C'è una cosa che non ho capito"" Devo fare anche gli altri esercizi, prof?"  "Ah, ok"
e sono come tanti MAYDAY MAYDAY MAYDAY
 e mi sento come penso si doveva sentire mio padre quando, da marconista, nella notte, immerso nella luce artificiale, sentiva nelle cuffie  ... _ _ _ ...   ... _ _ _ ...    ... _ _ _ ...  






sabato 11 aprile 2020

A qualcuno piace Pasqua

A me, ad esempio.  Passato il tunnel del buio invernale, il gelo, il freddo, l'artificiosità delle luci natalizie, le brevi giornate vischiose di nebbia, o scricchiolanti di cristalli di ghiaccio, quando tutto è un problema e uscire è la prima guerra della giornata, intabarrati di lana e di plastica... tutto passato: adesso il sole è dolce e l'aria mite, tenere foglioline arpeggiano al venticello, gonfi boccioli promettono bellezza, colori e profumi. Pasqua! la dolcezza di uscire, la speranza che svolazza nell'aria, le idee si intrecciano con i sogni, forse andrò, forse farò, perchè no... e gli abiti sono leggeri, e i passi pure sono leggeri leggeri, il cagnolino scodinzola e saltella e tu speri, chissà cosa, chissà perchè