venerdì 19 novembre 2021

La foschia

 Quando è finito il tempo, occorre sparire. Proprio così: non "andare via" ma "sparire".

Ci vuole tecnica per far questo. Ma neanche tanta, in fondo. Attendere il crepuscolo (della vita) quando tutto si colora di lilla e di grigio rosato bluastro. Allora talune figure (io, ad esempio) iniziano a sbiadire, ad arretrare di qualche passo. Più indietro c'è l'ombra più spessa, dove nel blu si muovono i ricordi, come animaletti che si destano allora dal letargo. Indietro, indietro... ancora dei passi.

Qualcuno si gira di scatto: "Dov'è? era qui un attimo fa!" Qualcun altro rassicurante replica: "C'è, non vedi? è solo un po' più indietro" Invece è come se fosse su un nastro che scivola a ritroso, pian piano,  nella foschia, nel buio, nella notte del tempo.



martedì 2 novembre 2021

trasparenze

 Non mi credete, se dico che non sono triste. 

La vita mi ha tolto presto presto i miei cari [la vita? no: non la vita, la morte]. 

Quando li voglio incontrare devo andare lì, nel luogo deputato. Svolgere tutte le povere mansioni che si fanno, scegliere i fiori, secondo i gusti [mamma, hai visto i fiori gialli?] controllare le luci [a te, sorella cara ne metto di più: ti piace tanto la luce] disporre tutto per benino [papà, i tuoi fiori sono questi, te li metto vicini vicini]. Poi li guardo, guardo quelle foto chiedendomi ogni volta se si immaginavano a cosa sarebbero servite quando le hanno fatte [mamma sì, se lo immaginava, anzi lo aveva programmato].

Poi vado a casa, la loro. Sfioro i mobili, rassetto velocemente. Chiudo la porta e leggo il nome di papà: non lo toglierò mai.

[Il mio cuore è come quello del banco macelleria: anzi no, perché quello è tutto intero]