Non mi credete, se dico che non sono triste.
La vita mi ha tolto presto presto i miei cari [la vita? no: non la vita, la morte].
Quando li voglio incontrare devo andare lì, nel luogo deputato. Svolgere tutte le povere mansioni che si fanno, scegliere i fiori, secondo i gusti [mamma, hai visto i fiori gialli?] controllare le luci [a te, sorella cara ne metto di più: ti piace tanto la luce] disporre tutto per benino [papà, i tuoi fiori sono questi, te li metto vicini vicini]. Poi li guardo, guardo quelle foto chiedendomi ogni volta se si immaginavano a cosa sarebbero servite quando le hanno fatte [mamma sì, se lo immaginava, anzi lo aveva programmato].
Poi vado a casa, la loro. Sfioro i mobili, rassetto velocemente. Chiudo la porta e leggo il nome di papà: non lo toglierò mai.
[Il mio cuore è come quello del banco macelleria: anzi no, perché quello è tutto intero]
bel post,sera!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaHo solo mamma da andare a trovare, ma più spesso viene lei da me, o forse non se ne è mai andata. E quando vado da papà, continuo a dire a mia moglie: "vado da mamma".
RispondiEliminaAnche i miei, li sento vicini. Trasparenti e attenti, seguono le mie vicende. [Ancora non accetto la mancanza].
EliminaNon tutti siamo in grado di accettare, dipende da troppe cose. Moriamo questo è un fatto, non c'entra l'accettazione di esso la sua gestione semmai. Delle infinite questioni che ebbi con mio padre e delle grandi lontananze adesso mi è rimasta una grande dolcezza, non sono così sicuro che avverrà la stessa cosa per me. Quando li vado a trovare discuto con loro ma ancora non andiamo sempre d'accordo così me ne vado scrollando il capo, i fiori sistemati sulla tomba.
RispondiEliminaIl dolore più grande, sembra strano, non me l'ha provocato la perdita di mia madre, già molto avanti nell'età e ormai in preda al Parkinson. Invece è stato tremendo perdere di colpo mio padre, con cui avevo da pochi anni ristabilito un quieto e amabile rapporto comunicativo.Ed è stato sconvolgente perdere ancora più velocemente mia sorella, con cui c'erano state burrasche, e ancora i dialoghi erano talora tempestosi e ce ne voleva per sedare ogni volta i cavalli della guerra. Persa: in un mese, senza poterle dire davvero tutto il bene.
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