giovedì 30 novembre 2023

Cosa è "normale"?

Ogni tanto me lo chiedo. Mica mi sono mai occupata di giardini. Oltre le piante sul balcone, chi ci era mai andata? Eppure, eccomi qui con il mio pezzettino di terra, con la mia casetta con il focolare, con la loggetta, il gazebo, il patio, e gli occhi stracolmi di felicità a guardare il pero autoctono (fruttifica ogni due anni, è sciocco cercarlo, vero? è sciocco comprarlo e pagare gli operai per metterlo a dimora, potarlo), il melo autoctono pat,  e via discorrendo. Perché amo fare questo, è normale? è normale voler fuggire dal ritmo sempre più rapido della vita che corre molto più veloce di me, che sferraglia sbattendo coperchi, che strilla, guerreggia, uccide, e cambia linguaggi, cambia strumenti, cambia le carte in tavola?
  È normale che io fugga rifugiandomi qui (non negli amati libri, non nei cari disegni o nell'
adorata musica) e che mi impegni in un'attività faticosa, immersiva, totalizzante e costosa 
anche, e poi "sporca", a contatto con il terreno, non raffinata ed elegante, non eterea e gentile. 
Quasi rozza (senza quasi).
Però vorrei descrivere l'ansia di curare una pianta, di riprenderla dopo una malattia, 
rimettendola in sesto (che dire del pesco guarito dalla bolla, il pesco cresciuto da me,dal seme, e che fa tutti gli anni i suoi frutti dorati).
Vorrei descrivere la sollecitudine nel mettere i piccoli semi nel semenzaio, osservando il terriccio
 tutti i giorni, per scoprire la prima fogliolina, e la paura del troppo caldo, del troppo freddo.  
Non so cosa è normale. (Questa per me è la felicità.)


giovedì 23 novembre 2023

Il lavello

 Alle volte me ne accorgo di più, altre di meno. Tutto gira, o meglio, sono io che descrivo cerchi, ellissi; descrivo una spirale. Mi accorgo di un senso di sbandamento, mi pare di oscillare, di beccheggiare come una boa; appena appena mi pare di perdere l'equilibrio, c'è un disorientamento, i riferimenti appaiono lontani e improbabili, e il tempo è così poco, così poco, vero? e sale l'ansia. E tutte, tutte quelle cose da voler fare, da poter fare, appaiono come le foto delle piattaforme online (tanto irreali, tanto finte, tanto improbabili).

Tutto gira, gira, gira: 

sera, notte, mattina, giorno, sera, notte, mattina, giorno, sera, notte, mattina, giorno, sera, notte, mattina, giorno, sera

(cambia il medico da cui andare, cambia l'albero da potare, cambia la bolletta da pagare)

Pensate all'acqua nel lavello: gira, gira, gira, descrive una spirale prima di scivolare nel buco buio




domenica 12 novembre 2023

Sotto pelle

 Sai quelle domeniche noiose, quelle piene di vuoto, di pensieri mozzi, di volontà sbiadite, di sogni respinti. Quelle in cui vorresti fare qualcosa che no, non sai. Vorresti dormire? leggere? uscire? No, non lo sai. Così resti seduto a sgretolare il tempo in maniera sciocca, guardando una tv bieca e trita, oppure affogando nei giochini online. E intanto ti sale una specie di rabbia, per il passato, per l'improbabile futuro, per il tempo perso, per gli inevitabili errori. E questa rabbia cammina sotto pelle e alla prima occasione scoppietta in superficie, come in un corto circuito del cervello, mentre lampeggiano spike densi di aggressività. 

Ci vuole un bel controllo per evitare deflagrazioni.