sabato 2 dicembre 2017

In auto col figlio

Ricordo perfettamente.
Il sediolino era azzurro polvere, il mio pulcino ci si sperdeva dentro. Viaggiavo, entusiasta della mia R4, mi sembrava di fare delle scorribande, con la complicità del figlioletto, andavamo insieme, io raccontavo, pensavo a voce alta, canterellavo.
Lui ascoltava ascoltava ascoltava.
Che anni teneri, che pensieri dolci.
La libertà volava insieme a noi sulla R4 blu cielo.
...
Oggi sono passati un po' di anni, da allora_
ho fatto un viaggio con mio figlio
pioveva, io raccontavo raccontavo,
d'un tratto mi sono ricordata di altri cieli e altre strade
_stavolta a guidare era lui_

altre età_ le anime non hanno età_
guardare la strada e parlare era lo stesso
lo stesso di prima
in una vertigine di tempo
era tutto lo stesso


venerdì 17 novembre 2017

Il baratro

Devi dimenticare
le parole dure
il dolore
la mancanza
la solitudine
le incomprensioni

Su tutto


la bava nera e vischiosa della tristezza

il lavoro non è che una bastonatura in più


allora esci parliparli ridiridiridi 
vaivaivaivaivaivai


in fondo alla strada
il baratro




domenica 5 novembre 2017

Serate così

Poi ci sono serate così.

Il gatto dorme. Gli altri sono avvolti nel gomitolo dei loro pensieri.
Tu pensi al domani: perchè nella tua testa c'è già l'embrione del domani.
Avverti tutte le urgenze del lunedì. (No, non è più domenica già da un bel po').

Poi i pensieri cominciano a pensarti.
Nella penombra intravedi sagome, risenti frasi.
Così, come un disco rotto, che non smette, non smette, non smette

Pensi a quando avevi la mente libera, e i pensieri erano un frullo d'ali.
Adesso, i pensieri strisciano, stanchi.

Che fare del passato, quando ormai è passato? (non pensarci, non pensarci più!)

Che fare di chi non c'è più? (C'è! c'è ancora, mi ripete le stesse cose, non mi lascia)

Tempo, ci vuole: pazienza e tempo. (Non basterà la mia vita)








sabato 14 ottobre 2017

Clic

E' un meccanismo strano.
Come se sentissi un clic.
C'è una persona, un'altra, un'altra ancora; e ci sei tu.
Nessun problema.
State tutti lì, per caso, in quel giorno e a quell'ora, il tempo ticchetta per fatti suoi sulla sua Olivetti Millennium.
Poi, una persona alza gli occhi. Ti guarda. Ti GUARDA. E ti GUARDANO anche gli altri.
D'un tratto, tu non sei più tu, ma sei l'effigie di qualcun altro, ed è lei che vedono, e tu sei uno spettro, perchè di colpo il tempo ha buttato per aria la sua Olivetti che non si chiama più Millennium, ma Infinitum. Tu sei invisibile perchè adesso c'è LEI che parla e guarda e si muove attraverso di te e tutte le persone lì la vedono benissimo e tu stessa sei pienamente cosciente di essere il simulacro di qualcun altro.
Eppure non le somigliavo così tanto, pensi tra te, e cerchi di aggrapparti a questo salvagente, ma gli sguardi delle persone dicono altro, e ti trapassano, tanto ti stanno folgorando.
E intanto te la vedi accanto e capisci quanto manca a te, quanto il dolore è tutto lì, ancora, non digerito, non elaborato, non accettato.


venerdì 6 ottobre 2017

All'ultimo minuto

Che poi come titolo magari è una banalità.
Però non posso mettere un titolo che non c'entra nulla, se invece è esattamente questo che voglio dire.
Che mi sento libera di cambiare idea fino all'ultimo istante.
E che lo faccio, senza curarmi di chi si urta per questo.
Poichè penso di non dover tener fede a nessun patto, salvo quello con la mia mente, la mia logica, la mia verità.
E se uno scenario mi appare, d'un tratto, in tutti i suoi dettagli orridi, proprio all'ultimo minuto...
beh, penso che sia ovvio: faccio un passo indietro e dico di no.


domenica 24 settembre 2017

Le scarpe, le donne

Chissà perchè per le donne le scarpe sono così importanti. Naturalmente le scarpe le comprano tutti, ma per le donne c'è una motivazione in più.
Intendo che non comprano le scarpe solo quando non ne hanno di adatte (alla stagione, alla circostanza).
Le donne comprano scarpe: anche senza motivi apparenti.
Infatti i motivi ci sono, solo che sono motivi "altri".
Essere tristi. Sentirsi sole. Sentire l'età. Avere problemi al lavoro. Avere difficoltà col partner.

Le scarpe, credo, danno un'idea di forza. Di energia. Sono un po' come gli stivali delle sette leghe che ci permetteranno di salire quelle scale, sormontare quelle difficoltà, affrontare quella paura, completare quel percorso.

Con quelle magiche scarpette ai piedi nessuno ci potrà fermare.




venerdì 15 settembre 2017

il cuore

Il cardiologo vi dice tante cose: come funziona, come sono le arterie, com'è la pressione
poi vi fa l'elettrocardiogramma, anche l'ecocuore; prescrive farmaci, analisi, fissa successivi appuntamenti.

(Come si chiama il medico del cuore? di quell'altro cuore: quello che sobbalza, soffre, ricorda, è felice, sussulta, piange? deve esserci un medico anche per quel cuore invisibile e segreto, che scriva sulle ricette i sogni da fare, intrecci i ricordi fittamente, copra con delicatezza i pensieri tristi)



venerdì 8 settembre 2017

Silenzio

Perchè la gente pensa che parlare di ciò che fa soffrire lenisca il dolore?
Parlare invece ferisce di più. Gira e rigira il coltello nello squarcio.

Lasciatemi stare. Tacete, oppure, se volete, parlate d'altro.
Distraetemi con discorsi futili, scherzate.
Già, di giorno, non faccio che vedere davanti agli occhi lunghe scene precise di dialoghi fedelmente rammentati.
Di notte, invece, mi pare di viverle.

Davvero credete di farmi del bene, parlandomi di chi ho perso?


giovedì 24 agosto 2017

Le case... hanno un cuore?

Una casa è un oggetto.
E' fatta di una quota di cemento, di un tot di laterizio, e poi piastrelle, marmi, magari maioliche, infissi, avvolgibili.
E poi mobili, più o meno belli, più o meno ben assortiti, più o meno ordinati.
e tendine, tovaglie, arredi, soprammobili, foto e libri, giornali.
Una casa può ospitare una vecchia coppia, una giovane coppia, qualche single.
Italiani, stranieri, rifugiati.
Chi arriva, chi parte.
Parla forse, la casa?
protesta?
dissente?
Una casa è una cosa.
...
E allora perchè, da un po', sembra così vasta
così buia
così triste.
Così (disperatamente) sola?


giovedì 3 agosto 2017

Non mi dite niente

Non mi dite niente.
Non fate considerazioni, collegamenti, ipotesi.
Non pensate.

...
Non pensate:"Ancora?"
...
Mi pare di non aver più niente.
Di essere soffocata da cose, e di affondarci dentro, come dentro a delle sabbie mobili.
...
Di non aver più nulla del già poco passato prossimo che avevo.
(E se avessi sognato? se non ci fosse mai stato nulla?)
Nulla.
Il nulla mi sta bevendo


domenica 30 luglio 2017

Uno schiocco di dita

Che farei se non avessi questo blog
Ci sono delle volte in cui la tensione si comporta come il caffè: la senti gorgogliare, sale sale...
Devi scrivere.
Devi.
Devi!
Dunque, pensavo che le cose cambiano. Forse l'ho già detto e di sicuro è una banalità.
Pensate a un quadro.
Fondo chiaro, bel paesaggio.
Poi, si sovrappongono pennellate
via via sempre più scure.
Alla fine il quadro è cambiato.
Naturalmente potrebbe essere anche il contrario,
quadro scuro e pennellate successive via via più chiare.
...
Dicevo, quindi: le cose cambiano.
E il bello è che, per me, i cambiamenti migliori sono quelli non trionfalistici.
Odio le celebrazioni,
le grandi riunioni in abiti nuovi, costosi e cangianti...
Mi piacciono quelle porticine laterali che si aprono all'improvviso
nella penombra di un tranquillo pomeriggio
e che ti capovolgono la vita.
Le cose cambiano: in uno schiocco di dita.


sabato 22 luglio 2017

il maleficio delle forbici

Avevo moltissimi capelli. Color castano ramato. Capelli normanni, bellissimi.
Poi, l'età. Poi, i figli. Poi, farmaci.
Stabilito che ormai non sono esattamente quanti e quali erano prima, e vabbè, è nell'ordine delle cose, è la legge del tempo che si riappropria della materia, persone comprese...
Ma qual è il meccanismo malefico per cui taluni operatori del settore estetico (termine generico scelto di proposito) si sentono in dovere di raparmi?
Perchè, data la lotta che ho dovuto sostenere (talvolta, ahimè, soccombendo) l'impressione è che si siano prefissi questo scopo. Va detto che, se donne, loro i capelli se li tenevano lunghi, e così le figlie e le nipoti e le amiche. Io invece dovevo tenerli cortissimi e in taluni casi pure RICCI cosa che odio. I miei capelli sono lisci e così li voglio tenere.
Insomma, finisce che a un determinato punto della guerra, cambio l'operatore del momento.
...
Ma mica termina così: perchè tutta la storia si ripete da capo, altrove.
(La foto qui inserita è tratta, ovviamente, dal web).
Voglio precisare che: probabilmente pensano di rendermi più carina (!), oppure che sono irrecuperabile (!!), oppure che ho capelli impossibili (!!!).
Ma penso che in ogni caso l'ultima scelta, l'ultima parola, dovrebbe essere la mia.
Penso che insistere sia una cosa del tutto sbagliata.





lunedì 3 luglio 2017

Le capriole della mente

Da oggi, per davvero, sono libera.
Da oggi si è abbassata la porta di roccia su questo oscuro, brutto, cupo tunnel
(Su quest'anno buio sconvolgente)
Oggi, alle 13,00 ho sentito come l'eco di un rintocco su una campana di bronzo
NDEENNG

Finito.
Chiuso.
(Basta dolore, tetraggine, visi mesti
basta lacrime, pianti, ricordi dolenti)
NDEENNG

C'era il sole
C'era il selciato lucente
C'era il braccialetto smarrito che splendeva
(C'era il futuro nel brillìo ritrovato)
NDEENNG

Benvenuta, estate
(Benvenuta, vita ritrovata)


venerdì 23 giugno 2017

Nulla si può possedere

Ci pensavo.
Poniamo, un vestito.
Ma no, si consuma: diciamo un tegame?
O una sedia, un armadio. Un libro, un braccialetto.
Un sasso, ecco, un sasso colorato, trasparente.
Bello: ricordo di un'estate, di un viaggio, di una persona.
Lo guardo. Mi pare che evochi un tempo, dei pensieri , dei momenti.
Evanescenti: ma dà i brividi.
Lo stringo forte. Spero quasi che mi faccia tornare indietro nel tempo....
Niente, non funziona più.
Anzi, avverto più forte il distacco, la differenza, la distanza.
Vorrei tenerlo con ma sempre.
Lo metto in tasca, ma so che rischio di perderlo.
Lo ripongo dov'era: non può stare con me.
L'unica cosa che posso fare è guardarlo ogni tanto.
Non starà con me, sempre.
E poi magari lo perderò.
E se morirò prima, non verrà con me.
Mi sopravviverà e lo troverà qualcuno che non saprà nulla dei miei pensieri, dei miei ricordi, delle mie storie.
Me ne andrò sola con i miei difetti, i miei rimpianti, i miei sogni, i miei ricordi.
Nessun sasso, nessun oggetto.
Nulla si può possedere




venerdì 16 giugno 2017

Sorry

Tempo d'esami, a scuola.
Mi rivolgo ai pochi che passano di tanto in tanto a leggere le mie stupidaggini.
Scusatemi, scusate l'assenza, il silenzio.
Non ci sono per nessuno: ho da fare gli esami.
Non ascoltate chi dice che la scuola è una cosa così, che i prof non fanno nulla.
Noi lavoriamo quanto gli altri a scuola e a casa, pomeriggio, notte e domenica.
Durante gli esami tante volte a casa non torniamo proprio.
Le nostre famiglie sanno questo e lo accettano così come le famiglie dei militari accettano le lunghe assenze, le divise da stirare, le decorazioni e il trambusto del giorno della parata.
Abbiamo anche, per i pomeriggi, tanti corsi di formazione obbligatori, che richiedono dei prodotti, dei lavori, da ideare, realizzare e inviare: con scadenza.
Ma adesso, dicevo, ho gli esami.
Quindi ciao, a presto.


giovedì 25 maggio 2017

inaffondabile

E che sarò mai?
neanche il Titanic
Così mi venne detto, un millennio fa:
con un sarcasmo quasi, che non era più ironia.
C'era l'intento velenoso di pungere.
"Sei inaffondabile"
...
Ora, un millennio dopo
non ne sono mica più tanto sicura.
Troppe le batoste della vita.
che mi hanno tolto un sacco di roba
persone a cui tenevo,
persone a cui non tenevo tanto
persone a cui non sapevo di tenere così tanto
...
E poi ho scoperto l'inutilità delle cose
che non contano nulla
non possono mai
mai
sostituire
la voce di una persona cara.
...
Ho scoperto il limbo dei ricordi
ho visto com'è facile scivolarci dentro
com'è dolce
com'è pericoloso e inebriante
come ne esci
con gli occhi sbiaditi del passato
sbiaditi dalle lacrime
e le voci che ancora risuonano
nelle orecchie
(...zvanì )



sabato 20 maggio 2017

Da sola

Scrivo per me.
Parlo per me.
Scrivo ora, nel silenzio e nella solitudine sentendo i pensieri che si fanno più forti.
Intanto mi chiedo a cosa serve questo darsi un gran da fare
quando poi alla fine
alla fine delle fini
si spegnerà la fiammella per ciascuno e per tutti
per chi ha fatto e per chi ha oziato
per chi ha barato e per chi ha lavorato
il trattamento sarà uguale
...
(certo dopo:... bla bla bla)
ma la fine sarà uguale per tutti
e più tarderà
peggio sarà



lunedì 15 maggio 2017

Adelante Pedro... ma con juicio

Così si procede
navigando a vista.
Talvolta incespicando, tal altra imbroccando inconsapevolmente la strada.
Il tempo è, occorre dirlo? un grande medico.
Ti accorgi solo ogni tanto che... sì, c'era qualcos'altro, qualcun altro
al suo posto c'è un buco, ora
nè hai permesso ad alcuno di riempirlo
E' un vuoto che somiglia a un buco nero
Non si può mai riempire
anzi è peggio
E' un buco divoratore
occorre lasciarlo lì
e distrattamente
 molto distrattamente
di maniera che non se ne accorga
proseguire a strisciare
sulla strada sassosa
della vita



mercoledì 3 maggio 2017

una telefonata



Si può essere felice per una telefonata?
Tre minuti e pochi secondi.
Sentire una voce.
Una voce cara, che in due, tre parole, evoca persone, fatti, pensieri
che ti sembrava
(anzi eri certa)
si fossero dissolti nel fango
nelle paludi spettrali
nel ronzio delle zanzare
La voce sa
la voce sorride sicura
nulla è in dubbio
Tutto è
tutto è ancora vero
tutto è esistito, esiste, esisterà
...
(Io esisto).

sabato 22 aprile 2017

Posso dirlo

Sì, penso di poterlo dire.
Sono triste.
Sono molto triste.
Molto desolata e triste.
Sento tanto vuoto intorno a me e vedo definirsi tante cose incompiute
che ancora andavano dette, fatte, precisate
completate, chiarite, definite
Avevo bisogno di tempo
di altro tempo
Di molto tempo
Non ne ho
Nulla
Finito
Non c'è più tempo
...
Il castello di sabbia si è ormai tutto sgretolato, sbriciolato
è sparito
Quel castello
che era la mia casa
la mia vita
la mia famiglia
la mia infanzia
la mia storia
i miei ricordi
Penso a quante cose non dette
dette male
non comunicate
non chiarite
...
Non c'è più tempo

[E ho un'ansia, dentro, paura, angoscia, rimpianto, disperazione, solitudine, nostalgia, sgomento, tristezza
rimpianto e ancora rimpianto...]


venerdì 21 aprile 2017

L'anitra

L'anitrella che va
di qua e di là
nello stagno calmo di ninfee
giocando a nascondino tra le canne,
l'anitrella non sa
cosa ci sta
al di là
al di qua
...
L'anitra che va
nello specchio d'argento
saltando con le tinche e le alborelle
nella luce del sole del mattino
nei raggi rosellati del tramonto
gioca coi sogni
con le pulci d'acqua
...
(Via dal lago è diverso:
la mazza, il contadino
il cane, la catena
il gatto, il topo
il vitello al macello presto andrà
il maiale, il capretto... l'agnello
dove sta?)
...
L'anitrella che va
di qua e di là
nello stagno
non sa



mercoledì 12 aprile 2017

Priva ...Mera

Visto... inteso? Così mi avvicino a questa primavera che è già qui, ormai, da un pezzetto.
Una stagione informe, che scimmiotta malamente certe primavere azzurrate del passato, intrise dell'incenso delle fresie, del sandalo delle mimose.
Mi avvicino a passetti stupiditi, come se al posto dei miei avessi dei piedi di loto e ticchettassi incerta sui sandali orientali.
Incerta, stupidita, amputata; somiglio a quelle cetonie con una zampetta in meno che cercavano barcollando di far egualmente il proprio mestiere.
...
L'inverno è passato uguale uguale al tarocco n.13: e con il suo falcione ha tagliato via, zzzzzzzzzzzzzzz quel che restava della mia famiglia d'origine.
...Così adesso io, snap, dovrei tirar dritto e abituarmi. Su che la vita continua!
Non la mia, non quella di chi so io.
E mi sento da un polso legata alla ruota del tempo che corre implacabile avanti (minuti, ore, giorni, settimane, mesi, stagioni, anni...), dall'altro legata al braccialetto di cartoncino con su scritto un certo numero, e che ora è giù, giù, giù...


lunedì 27 marzo 2017

Consunti, lisi e frusti pensieri

Entrare nella casa dei ricordi, varcarne la soglia, sembra un passo facile.
Lo compi, e torni indietro nel tempo.
Un attimo e non è più l'adesso di ora, ma è l'adesso di molti, molti, molti anni fa.
Nelle stanze, senti il frusciare lieve del passo di qualcuno.
La porta socchiusa sembra far passare il respiro, il profumo, ben noti.
Cos'è che vola? un capello...
Spalanchi le finestre, l'aria filtra e sbatte qui e là, urtando sgarbata gli stipiti.
Le vaghe sembianze spariscono.
Fuori, il sole.
Le piante, aride, semi-morte, non-morte, parlano di continuo di qualcuno che al pari di loro, sembra essere semi-vivo, non-vivo.
Fuggo.
Porto con me cartaccia di risulta, pensieri impiastricciati di rimpianti. Ricordi appiccicaticci d'infanzia (cos'è? gelato, marmellata o pianto?).
Non dormirò per alcune notti. Sognerò ad occhi aperti per alcuni giorni.
Non ci devo più tornare.
(Lo so che tornerò...)

la falce

sabato 4 marzo 2017

Madeleines

Non serve conservare oggetti
Conservare per aggrappare la memoria alle cose
...
Quando riemerge, dai flutti del presente, un oggetto del passato
un relitto
dopo il primo colpo al cuore
stringi in mano la cosa
la cosa
la cosa è una cosa
non sente niente
non dice niente
tu la stringi e vorresti che parlasse delle persone del passato
ricordi le scene e sono immagini che feriscono
che non si possono sfogliare
perchè fanno sanguinare la mente
...
Voglio buttare via ogni cosa
non voglio memorie
nè ricordi
nè immagini
...
Voglio che ogni giorno sia

staccato dalle memorie dolenti del passato

che sia nuovo

intatto





martedì 28 febbraio 2017

I giorni di festa

Terribili, sai?
mica perche sei solo/a...
No.
C'è fin troppa gente.
Cammini, entri, esci, scrivi, leggi, spazzi, pulisci, parli
Con grappoli di persone morte che ti spenzolano dagli occhi
Sono lì, ben stretti serrati, ti dicono le solite parole, camminano, ti fanno indispettire nel solito modo
che adesso gli perdoni subito
Li guardi
Parli col medico e vedi tuo padre, col salumiere e vedi lo zio
con l'infermiera e vedi tua madre
e sempre lì accanto c'è tua sorella
E quando prendi l'ascensore ti chiedi se ci entrerete tutti
Ti guardi allo specchio e ti vedi sbiadire
gli occhi sono trasparenti
Sono di là
Sono al di là
Parlano e vedono chi non c'è
Ma c'è c'è
C'è sempre



mercoledì 25 gennaio 2017

Uguale

Il sole sorge puntuale
Passano i bus della mattina, le prime auto
Il gattino miagola
Il caffè gorgoglia nella caffettiera
Ogni cosa, la scopa, la tovaglia, il frigo
tutto è al medesimo posto
Anche oggi briciole
Poi la colazione
Il tran tran
(ecco, questa cosa era di Frida)
prendo la chiave (questa custodia me la regalò lei)
forse vado dal medico
(a chi dirlo? non c'è Frida)
.....
....   ....   ...   ....
(non ci riesco a pensare)
....
(non si può fuggire dai pensieri)
....
....   ....   ....   ....


lunedì 23 gennaio 2017

domenica 1 gennaio 2017

...................e adesso.......................

l'ottagono degli ottagoni si è moltiplicato
la rete ottagonale qualcuno ha catturato
[nulla sarà come prima]
l'ottagono mortale il suo dardo ha lanciato
il vento l'ha trasportato
[nulla sarà come prima]
nel cuore si è conficcato
...
il respiro è cessato