mercoledì 27 novembre 2019

La fuga della lepre

Non vi incuriosisce questo grazioso, selvatico, ritroso animaletto?


"È un animale molto timido e cauto: quando, grazie ai propri sensi assai sviluppati, si accorge di un potenziale pericolo, non scappa immediatamente (rischiando di attrarre l'attenzione su di sé), bensì tende a congelare i propri movimenti e a rimanere perfettamente immobile nell'intento di mimetizzarsi con l'ambiente circostante. Se però l'eventuale nemico si avvicina troppo, con un veloce balzo (fino a 1,5 m in altezza e 2,5 m in lunghezza) l'animale esce allora allo scoperto e inizia la fuga, che spesso avviene in direzione zigzagante per confondere le idee all'assalitore. Durante la corsa, l'animale può raggiungere anche i 60 km orari" 

Riflettiamoci su: quando accade che qualcosa la spaventa,  lei si blocca.
Poi, se il pericolo è imminente, soverchiante, fugge.
Ah, quella fuga ad angolo retto.
[Di colpo... senza perdere l'abbrivio, quasi volando 
via, verso la libertà
ogni istante è prezioso...
Il cane è rimasto lì, imbambolato, ansimante,  deluso
davanti al percorso vuoto.
Lei, via: in salvo!]


domenica 24 novembre 2019

Non c'è altro

Al momento, tra la noia, la stanchezza, la consapevolezza della vanità di tutte le cose,  un vago senso di nausea pervade tutte le cose che compio, sia pur con il dovuto scrupolo. Ma non serve, non serve a nulla. Però così ho sempre fatto, e dunque, tant'è.

Riporto quindi una insuperabile poesia di Caproni, uno dei miei poeti preferiti.


DISDETTA
E ora che avevo cominciato
a capire il paesaggio:
"Si scende", dice il capotreno.
"E' finito il viaggio".
Giorgio Caproni (Tutte le poesie, Garzanti, 1983-1999)






venerdì 8 novembre 2019

Tutt'a un tratto

Tutt'a un tratto non te ne importa più.
Non vuoi più starci, alle solite condizioni. Con la soma sempre più carica, sempre di più di più di più
E non vuoi andare via.
Vorresti solo rintanarti e finirla lì. Chiuderla, questa storia, che è durata sin troppo.
...
Certo sarebbe bello avere le gambe giovani e fuggire via, in un luogo (c'è?) solitario, fresco, leggero e celestino

Ma ormai non è più il tempo delle corse, dei voli (delle ali, del cuore, della mente)

Adesso è il tempo della pace, della quiete, del silenzio


domenica 3 novembre 2019

Quel che resta

Che ti resta, infine, della vita?
Pensiamoci. Qualche scatola di foto un po' scolorite, un po' ingiallite (attenzione: roba velenosa, che fa piangere serate intere). Un po' di numeri e nomi nella rubrica del telefono, che quando ti capitano davanti agli occhi, dici: "Chi? aspetta... adesso ricordo... eh, già" scuoti la testa, passi oltre (troppo tempo è passato, troppi giorni, troppe cose. Troppo). Cassetti pieni di roba inutile "Qualche volta devo buttare via tutto". Vestiti troppo piccoli, troppo lunghi, troppo grandi, troppo colorati, troppo scuri, troppo sbracciati, troppo sottili. Troppo.
...
I bambini: hai un/a nipotino/a che corre per casa, che ti guarda con gli occhi di... che ti sorride con il sorriso di... che fa esattamente lo stesso gesto di...
E il cuore ti scoppia nel petto dalla felicità