sabato 20 febbraio 2016

Una Parigi-Dakar

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Alzi gli occhi, a un tratto: e c'è una volta blu . Come stare in una di quelle bellissime palline dell'albero di natale, quelle con la slitta e le renne, e l'ovatta che simula la neve.
E a un tratto, ti vedi passare davanti tipo scene dalla tua vita, attaccate l'una dopo l'altra come fossero un festone pubblicitario trasportato da un aeroplanino.
Belle brutte e così così (certe che non vorresti proprio ricordarle, figuriamoci vederle scorrere nel cielo).
Ma tant'è, non si sceglie, non si può.
E allora pensi: ma allora sto per morire, dice che la vita la si rivede quando si è in punto di morte.
E poi consideri che ormai un bel pezzo l'hai camminato, quanto ne può restare e poi capirai, il pezzo finale con le malattie non lo vuole nessuno, sai che spasso (questo lo avevo già capito a sedici anni, per la verità).
In realtà, mai dire mai, non si sa quanto avanza, vivere è come passeggiare nel deserto, sei vicino o sei lontano dal traguardo, boh?
Ecco, la vita probabilmente è come una Parigi-Dakar (quante volte l'ho sognata...) piena di sorprese e non sai mai per te quando finisce. 




giovedì 4 febbraio 2016

Devo darci un taglio

Mica semplice.
Provi disagio.
Ti senti infastidita, pressata (spiata? forse. Quasi)
E poi, soprattutto, non capita.
Ci son desideri che non si possono dire, perchè non se ne ha percezione.
Non si sa di volerli.
Ma l'urgenza c'è, e c'è mancanza, c'è privazione, scontentezza.
Manca la gioia del'appagamento.
Senti che ti DEVI accontentare.
Finchè ti interroghi sul perchè...
E poi, dopo tempo, decidi.
Basta,
Basta deve finire questa storia.
Basta queste parole sentite duemila volte
Basta questa finta gioia.
Si scende dalla giostra: si cambia.

Che poi neanche è facile.
Intorno, tutto nuovo.
Il disagio era comunque cosa familiare.
Adesso, non sai neanche il dove:
dove sederti, dove leggere, dove scrivere.
ma non importa:
questo è un disagio bello
perchè è imbevuto di verità.
Poi le parole, scelte con cura
I problemi
detti in punta di labbra
spiegati, senza ipocrisie.

E poi nel tepore, nel caldo
ti accorgi che la tua immagine prende la giusta dimensione
Che sei di nuovo tu
nello specchio
Il tuo viso, il tuo sorriso
i tuoi occhi ridenti
a osservare
i capelli
Belli!
Che brava
la nuova parrucchiera