giovedì 15 giugno 2023

il colore del cielo

Lo notate il colore del cielo? ve ne accorgete, intendo? ci pensate, vi dà conseguenze?

Guardo sempre il cielo E' la prima cosa che faccio al mattino, e non è senza strascichi.

In linea di massima solo a guardarlo respiro meglio, quella volta scialbata di chiaro, velata qui e là di lilla o di bluette; qualche nuvoletta distratta persa vaga con aria smarrita in tutta quell'aria rappresa e curva.

Poi ci sono le giornate cupe. La nuvolaglia nera già ammassata (quando hanno iniziato? stanotte si son raggruppate, ottuse e sorde, sopra di noi? già mi manca l'aria). Ma il cielo, il cielo, dov'è?

Poi ci son delle volte che il cielo è, apparentemente, chiaro. Ma è un chiarore strano: c'è una caligine sospesa, il disco del sole appare come attraverso un vetro opaco, una luce opalina, madreperlacea, brilla tagliente e ferisce gli occhi. Anche le rocce delle montagne la rifrangono, è tutto un intrecciarsi di fasci luminosi, di dardi lattescenti e feroci. Occhiali da sole, presto! i miei poveri occhi hazelnut (molto più carino che dir nocciola) ne soffrono, ne hanno sempre sofferto. Da ragazzina come invidiavo i grandi occhi neri di mia sorella, occhi forti e vincenti, occhi che sfidavano qualunque sole. Poteva stare al sole ore senza occhiali; poi, per vezzo iniziò a comprarli leggermente ambrati, oppure tra grigio e rosa, oppure grigio e oro. "E che occhiali sono questi?" dicevo io "Scusa a che servono?".

I miei occhiali da sole "leggeri" sono di color marrone scuro; ma quando il cielo si tinge di quella luce opalina, quando i raggi translucidi mi arrivano negli occhi hazelnut, allora non c'è marrone scuro che tenga. Allora mi sento come Robocop (chi se lo ricorda?) e indosso un paio di occhiali Nero totale, tipo Black Brothers. Con tanti saluti ai raggi di madreperla.



sabato 10 giugno 2023

Fiele

 Quanta amarezza: scivola tutto intorno, sulle pareti, giù giù sino ai pavimenti. Copre tutto: mobili, libri, finanche i gatti. Ricopre anche me (o nasce da me?). Come mota, come fanghiglia. 

Chiudo gli occhi, e sogno.

Rivedo i bei visi noto, immagino scene, addirittura faccio ipotesi per il futuro.

Non appena apro gli occhi, però, le ipotesi marciscono, si piegano come i gambi de gerani presi dai funghi: metà e metà.

Poi passa, vero? Certo che passa.

"Tout cassetout passetout lasse, il n'est rien, et tout se remplace".

Passerò anch'io, ovviamente.

Dove sono i miei cari gatti? (la pace, la gioia).