Quanta amarezza: scivola tutto intorno, sulle pareti, giù giù sino ai pavimenti. Copre tutto: mobili, libri, finanche i gatti. Ricopre anche me (o nasce da me?). Come mota, come fanghiglia.
Chiudo gli occhi, e sogno.
Rivedo i bei visi noto, immagino scene, addirittura faccio ipotesi per il futuro.
Non appena apro gli occhi, però, le ipotesi marciscono, si piegano come i gambi de gerani presi dai funghi: metà e metà.
Poi passa, vero? Certo che passa.
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace".
Passerò anch'io, ovviamente.
Dove sono i miei cari gatti? (la pace, la gioia).
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