mercoledì 29 aprile 2020

strampi: strani tempi

Scusate il titolo un po' così: lo sapete che mi piace giocherellare con le parole. Forse mi è rimasta appiccicata questa cosa da quando,  ... da quando... non importa.
Strani tempi, dicevo: tempi di divieti, di permessi, di paure, di nemici invisibili, di ansia di libertà, di consapevolezza di un passato che non torna, di certezze che non lo erano, mentre eravamo noi che ci sentivamo sicuri... sicuri? roba da ridere! e non sapevamo, non ipotizzavamo cosa ci aspettava,  accovacciato tra le pagine di un giornale, in mezzo alle pubblicità di moda dei quotidiani online.
Ora è così. E chi ci è stato, chi ci è passato, chi si è seduto dietro la porta della terapia intensiva, sa che non se ne esce mai più.  Che quelle ore trascorrenti senza misura sono come cinghie roventi.
Non se ne vanno più, i segni, non se ne esce più.
Adesso vorremmo riguadagnare terreno, riconquistare qualcosa, pensare "E' tutto finito".
Pensiamolo pure, il pensiero, almeno, è libero di volare.
Anche nel cielo nebbioso della menzogna.
Ma riusciremo ad abbracciare e baciare i nostri amici, come prima?



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