sabato 18 febbraio 2023

Non serve



In campagna non ho l'orologio. O meglio, ne ho ben due, molto graziosi, fermi.

Stanno lì, uno sul caminetto e l'altro sul canapè, a decoro dell'ambiente.

La mattina passa veloce: innaffiare le talee, controllare il vivaio, osservare le nuove gemme, verificare la buona salute delle foglie di tutte le piante. Per far questo occorre camminare, camminare, con gli stivaloni di gomma, magari con il bastone, anche. E assicurarsi che il convolvolo non sia riuscito a stritolare i giovani salici, i giovani olivi, anche.

Controllare i teli per il gelo, verificare che la terra non sia arida nei vasetti, altrimenti intervenire con l'innaffiatoio (riempire, andare, versare).

Osservare i piccoli fiori, i bucaneve, le margheritine,  prendere fotografie.

E gli anemoni? ah, eccone uno! le prime foglioline sono qui, finalmente.

A questo punto ramazzare un po' di fogliame secco portato dal vento. 

Ma ecco un suono, un grido: netto, ripetuto, secco.

Il falco! sono le dodici e lui va a caccia.

Bene, adesso basta, metto via, chiudo e torno a casa.

Non serve l'orologio, in campagna.







1 commento:

  1. Gli orologi naturali non tradiscono, ma anche l'occhio.. l'altro giorno, al tavolo per un aperitivo, controllando l'imbrunire del cielo dietro gli attici di Viale Eurropa, e i colori che sfumavano blandamente nel cielo terso, a domanda su che ora fosse, ho risposto sicuro: le sei meno dieci. E lo erano esattamente.. certo più poetico decifrare le abitudini un falco.. ma ci accontentiamo.. ;)

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