sabato 9 maggio 2020

la paura e la domanda

Ce l'ho fatta. Stamattina, ho preso la risoluzione della mia vita. Messo tutto lo strumentario, scelto gli abiti (da più di due mesi che non mettevo il naso fuori di casa, saran passate due stagioni). Sono uscita.
Lo stupore, la voglia di vedere com'era adesso fuori, tutti imbavagliati come me, ben confezionati.
La paura di sbagliare a fare qualcosa. Vado a prendere un cornetto... no! I bar sono chiusi!
E poi, il ritorno. Appagata felicità, senso di compiutezza, ansia di normalità.
..
Adesso che è sera, sono qui a tictoccare (!) sui tasti.
E sono stanca. Sono triste.
Non posso non pensare alla mia famiglia trasparente (d'ora in avanti la chiamerò sempre così).

Penso a loro, e li immagino curiosi e ironicamente divertiti da questa masquerade  generale.
Mia madre di certo, avrebbe ridacchiato e fatto qualche battuta pungente.
Papà avrebbe scandito il suo "Mah!" sacramentale.

E lei, mia sorella, avrebbe trovato una mascherina elegantissima in raso candido, presa chissà dove, in uno dei suoi viaggi.
..
Ciao famiglia trasparente.
Ho la mia maschera di tela verde, che mi ha portato il figlio n.2.
Non sono mai stata la più chic, in casa.
Va bene così.
Tanti diafani pensieri per voi, miei amatissimi.


1 commento:

  1. La luce attraversa l'essenza, non la confonde, esalta il senso delle vite. È triste? A volte, ma la malinconia esiste e può essere una fedele compagna. Strano, non vorresti essere trasparente ma lo sei ugualmente.

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