domenica 8 settembre 2019

Lo stupore (inatteso, dopo così tanto tempo)

Un giorno in campagna.
Il vialetto, sguardi sfuggenti alle rose, alle viti, alle felci (e ai noccioli, ai castagni, alle margheritine).
La montagna su tutto, il cielo più su ancora.
Blu e luce.
Puff.
Un fruscio: giro l'angolo dello sguardo a sinistra e vedo.
Stupore!
Giallo! Bianco! una ghirlanda di bianco e nero aperta dispiegata, un fondo giallo oro!
Un uccello meraviglioso!
Muovo un passo, inconsapevolmente: stavo camminando e continuo ...
Ah, no.
Puff.
Sparito.
Meraviglioso Upupa.

Poi mi ricordo di Aristofane e degli"Uccelli" e di quante volte ho sentito mia sorella leggere:

Epò, popò, popò, popò, popí,
   pipí, qui qui, qui qui,
   qui qui, qui tutti, o miei compagni alati,
   quanti dai seminati
 
Che lei non c'è più da un pezzo, e me lo ricordo ancora (meraviglioso Upupa, cosa hai suscitato)



1 commento:

  1. Hai detto non molto tempo fa che sei sintetica nello scrivere, forse troppo temevi. È vero la sintesi è un fatto naturale in te ma è una dote sai perché arrivi diretta al cuore e alla mente, l'immaginazione poi scrive il resto.
    L'upupa è diventata rara qui alle falde del grande vulcano, ne vidi una l'ultima volta qualche anno fa nella tenuta di mio zio ma ora non c'è più neanche il terreno, venduto anch'esso come molte altre cose. Non dimenticare i ricordi Zenit, senza di noi sarebbero perduti.

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