giovedì 7 marzo 2019

to tarot

Un mese ormai
che son qui, col mio arto-rotto (tarot-to? ... to tarot!)
Che strano: l'impressione è di essere in una pallina di vetro, quelle di Natale, per capirci, senza slitta però, o meglio con una slitta a rotelle.
Vedo tutto da dietro il vetro, qualunque cosa scivola, non riesce a ghermirmi
solo i medici sono capaci di intaccare il mio guscio opalino,
gettandomi a seconda dei casi, nella disperazione, oppure lanciandomi in alto, verso la Tour Eiffel

I giorni passano, come lumachine, con la loro scia bavosa che s'asciuga al primo sole del mattino
Io vivo immemore, chiedendomi se esiste un calendario, se i fogli non li ha per caso soffiati via la sorte, il destino, quel che è



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