lunedì 21 gennaio 2019

Come farei

Senza il mio blog?
Talvolta la tensione è talmente forte che sembra impossibile farcela.
Ma scrivere, scrivere... che strada! Parlare è altra cosa
Scrivendo sì, che si compie la catarsi.
Adesso poi, che non ho più le voci note, le care parole, gli sguardi, i gesti restii.
Non ho che scrivere, e i ricordi.
(Nuvole di ricordi, cirri, fiocchi ghiacciati, bianchi cumuli fioccosi, strati di ricordi,
e nembi, neri nembi)
Una pioggia di ricordi.



2 commenti:

  1. Un blog può essere molte cose assieme oppure una sola non facilmente definibile, a volte così intima e personale da non essere spiegabile a parole. Chi legge intuisce. O scappa. Oppure legge in silenzio...io mi domando spesso se chi legge me intuisce e cosa intuisce.
    Perchè dovresti stare senza queste tue pagine? Non fai male a nessuno, ti liberi scrivendo o almeno ci provi. Tutto il resto, anche questo mio inutile commento, ha poca importanza, ci sono vie così segrete Zenit, prospettive così sconosciute, esiti così lontani e imprevedibili. Poi accade che uno sul suo blog non scriva più, non ci riesca più: allora quel blog resta lì, nell'etere come un messaggio in bottiglia nello spazio di mille esistenze che della tua in particolare se ne fregano. Ma resta, resta finchè qualcuno o qualcosa non lo cancella con tutte le sue nuvole e le sue piogge. E se chi ha letto dovesse continuare a ricordarle anche dopo a blog estinto? Così solo per un caso o un piccolo piacere esistenziale? Ciao Zenit

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    1. E' sempre positivo ricevere una risposta; una risposta vera, intendo, come questa, non il raglio scomposto dei disturbatori seriali (ma la moderazione esiste proprio per questo, per consentire la selezione). Certo che leggendo si intuisce. Mi sembra che leggere un blog sia come intravedere figure vaghe dietro una tenda, figure che talvolta sembrano delinearsi meglio (eloquenza tagliente, rancori sopiti, memorie soffuse e appena accennate). Altre volta invece pare di essersi sbagliati, si torna a leggere un altro brano, si pensa, si attende, quasi circospetti, quasi timorosi di uno scambio di persona. Ciao.

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