venerdì 7 dicembre 2018

Un attimo

E' stato un attimo.
Si parlava di niente, si cicalava delle spesucce di Natale. Che io poi detesto. Tutte quelle scempiaggini obbligate, che ti fanno dannare. Si spende e si spande, vanamente. Ma non è per avarizia: è per logica. A che serve?  Prima mi ci arrabbiavo. Poi adesso, l'età. Ma sì, lascia che sia.
 Però, davvero, me ne infischio. Fiocchi rossi, stelline. Pazienza. E poi dopo, levar tutto. Tutto lo squallido rosseggiare, le dorature sbattute.
Vabbè, ormai, mi adeguo.
Si parlava dunque, del più e del meno.
Quando una delle persone ha detto _a mezza voce, quasi_ quasi nascondendo tra le pieghe delle parole  il pugnale che stava, inconsapevolmente, brandendo: "Mi ha detto mia sorella..."
Non ho ascoltato altro.
Mia sorella.
Mia sorella.
Mia sorella.
(Non lo dirò mai più. Non ce l'ho più. Da centinaia di giorni non dico più queste parole. Non userò MAI PIU' quest'espressione)



Mia sorella amava il Natale. Non posso ricordarla che così: facendo le spesucce, decorando la casa di squillante rosso, di accecante dorato.

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