martedì 2 aprile 2024

il senso delle feste

 Pensiamoci un attimo insieme, per piacere. Cerchiamo insieme di scoprire in che consiste, ché lo cerco da una vita. Prima ero inconsapevole di questa faglia, poi pian piano ho iniziato a vederla sempre più nitidamente, e insomma c'è qualcosa che non mi torna.

1- Il senso è forse nel pulire la casa. Togliere ogni granello di polvere, ogni ombra dalle piastrelle, nel vedere la casa come un nido velato di fresco? (no, sono certa che questo è solo un aspetto, e poi la casa dovrebbe essere sempre ben pulita e netta)

2- Il senso è allora nel cucinare e mangiare. Preparare leccornìe  e manicaretti e rimpinzarsene? (non penso proprio, in breve viene la stanchezza del cibo che languisce, di molte portate ci si dimentica)

3- Il senso è nel frequentare lunghi (e tediosi, scusate) riti religiosi, defatiganti e interminabili? (ammiro chi ci riesce, a una certa età diventa pressoché impossibile partecipare per problemi fisici)

4- Il senso è nel vedere i parenti e gli amici? Mah! se ci vuole la festa per vederli, significa che sono già molto lontani


Forse, forse il senso è nel far tornare i figli lontani, che arrivano da latitudini improbabili, chi presto, chi tardi, chi su ali, chi su ruote, chi su binari.

Forse è vederli una volta ancora intorno al tavolo, come in un tempo che si è smarrito nella memoria



2 commenti:

  1. Farli tornare o mettere su voglia, passione e desiderio e muoverci verso.

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  2. Tocchi un argomento per me dolorosissimo, quasi totale, attiene alla vita nel suo insieme, al tempo e alla gente che ci vive accanto. Non si salva nemmeno un aspetto per me.
    Non festeggio veramente qualcosa o qualcuno da decenni, ricordo nel giugno del 70 un’improvvisata dei miei compagni di scuola per i miei diciottanni…fu molto bello e inaspettato, quasi commovente ma già la stessa sera ripensandoci una tristezza sottile si era impadronita di me. Senza un motivo chiaro, ma persistente e subdola.
    Non ho mai più festeggiato niente perché semplicemente non c’era niente da festeggiare per me: se per gli altri bastava aver organizzato qualcosa dopo aver elegantemente evitato di conoscermi a fondo e capire cosa mi agitasse dentro e questo bastava a illuminare la giornata di allegria e risate a me non serviva. Non è mai servito perché non avevo la festa dentro.
    Non dipende dall’età anche se la senilità di certo non aiuta, è una sensazione difficile da spiegare. Vorrei festeggiare con qualcuno che mi volesse bene per una condivisione intima non solo biologica ma di intelletto. Vorrei guardare in faccia la mia prossima morte con qualcuno che ha ben stretta in mano la sua prossima vita e potessimo guardare entrambe le cose con un sorriso di vera comprensione. Me ne vado e tu resti, nel tempo trascorso è successo altre volte ma la traccia resta pulita, confortante, amata. Al di là dei figli, delle mogli e degli amici, al di là di tutto ciò che fa festa normalmente e che io non riesco mai a sentire mia; vorrei almeno per una volta vivere una festa speciale. La mia.
    Non so adesso perché ti scrivo così, da tempo pensavo di scrivere un post mio per i fatti miei sul mio blog e non l’ho mai fatto. Invece improvvisamente si è aperto l’interruttore e ho rovesciato sul tuo tavolo la mia malinconia vera. Scusami.

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