mercoledì 13 marzo 2024

Le Jour de Geneviève - Genoveffa's day

Credo che Genoveffa fosse la cameriera (allora si diceva così) di qualche conoscente di mia madre. La colf, la collaboratrice domestica. Nome insolito al sud, ma immagino più frequente nel luogo dove ci eravamo trasferiti. Poi il tempo era trascorso, e anche lo spazio. Ma ovunque ci trovassimo, mia madre, quasi a giustificare la sua poca disponibilità a giocare con noi, a raccontare fiabe (non lo avrebbe fatto comunque, non le piaceva né giocare, né narrare o inventare storie) ci diceva, voltando appena il bel viso leonardesco verso di noi: "Devo fare le faccende, oggi Genoveffa non viene!". Noi stavamo al gioco e ben presto imparammo a replicare: "Allora verrà domani? domani potrai giocare?" lei tergiversava un poco ma presto si stancava. "Basta, adesso, bambine! Ho da fare". Noi restavamo un po' a baloccarci tra di noi con il fantasma di Genoveffa, a immaginarcela e a pensare che prima o poi sarebbe comparsa, lasciando libera la mamma di stare con noi. 

E' ancora qui, a danzare nella mia mente con il suo grembiule e il piumino, la ramazza bene in vista: proprio ieri mi son trovata a dire: "Non vengo, ho da fare: oggi è il Genoveffa's day"



3 commenti:

  1. Quasi quasi mi vien da pensare che questa breve storia sia frutto della fantasia....è solo un mio pensiero (chiedo perdono), in quelli anni io bambino, della colf o serva che dir si voglia, nemmeno avevo mai sentito parlare. La parte finale quella si è veritiera. Mi riconosco in quel " ora basta, ho un sacco di cose fa fare !".

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    1. Alle volte mi rimprovero per il troppo frequente ricadere nei ricordi: ed ecco che invece mi si crede una favolista. Mah. Ciascuno è libero di pensarla come crede, indubbiamente. Ma è tutto autentico.

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  2. Non dubito che sia autentico è che oggi alcune cose di un tempo hanno un sapore di magico se non di favolistico.

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