sabato 29 giugno 2019

il gorgo

Sapete a cosa somiglia la vita? a un lavandino colmo d'acqua. E sull'acqua galleggia qualcosa, tipo polverina nera, granelli di grafite, cose così. Noi siamo ciascuno un granellino nero. Felici e ignari, inconsapevoli e contenti, galleggiamo sull'acqua: incontriamo altri granellini, facciamo amicizia o ci scontriamo, cose così. Ma mentre accade tutto questo, e tutto all'insegna del caso, dell'imponderabile, dell'imprevisto imprevedibile, ecco che ci avviciniamo al centro dello specchio d'acqua. Ovvero, andiamo in corrispondenza del gorgo che porta giù. Ed è un attimo: il vortice ci afferra, ci tira, ci assorbe, ci rapisce: ci ingurgita.


4 commenti:

  1. e se non fosse tutto qui? nel senso (non metto in discussione quello che dici, eh, non mi permetterei mai): e se, una volta rigurgitati, si approdasse a qualcosa di nuovo?

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    1. Ma sì, forse, anzi di certo... però sarebbe altro, un'altra dimensione.

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  2. Non sono un ottimista ante litteram, il contrario semmai. Non proverò a consolarti, a dirti qualcosa di positivo per la vita è il futuro. L'acqua scorre. Sempre Zenit ed io leggendoti penso a Cesare Pavese e alla sua letteratura, quella che mi colpì dolorosamente ai miei diciott'anni; al suo cupo e disperato modo di vedere l'esistenza, ad un poesia terribile che termina con la frase " scenderemo nel gorgo muti". La poesia inizia coi versi" verrà la morte e avrà i tuoi occhi" trovala e leggila, non so cosa c'è oltre il gorgo, se altre vite, altre spiagge, altri futuri. Non riesco stasera a ragionare di questa metafisica è guardo quest' commento sotto il tuo testo, spero di non aver esagerato. Buona notte.

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    1. Grazie di avere letto, pensato. Grazie di avere scritto, digitato parole fluenti di pensieri. Mi gratifica già tanto questo. La poesia la lessi, anni fa, ma non la ricordo: la cercherò, la rileggerò.

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