Quando, un po' prima dell'alba, io e lei usciamo, un piccolo senso di paura, un minimo brivido, ce l'ho.
Io e lei, nel buio e nel silenzio, mentre la notte avanza con gli zoccoli avvolti da stracci, e si sente lo scricchiolio delle foglie secche che rotolano sulla strada, e sembra così sonoro il fischio del primo merlo che si è svegliato.
Ma lei, la mia cagnolina, non ha affatto paura: anzi baldanzosa mi precede e osserva, controllando tutto.
E se quattro gattoni stanno a convegno, lei ringhia, abbaia, digrigna i suoi dentini nuovi di zecca...
loro la osservano con aria tra seccata e ironica, i più giovani si allontanano ciondolando, i più anziani si piazzano sul muretto con l'aria di dire: "Fatti sotto, se hai il coraggio"
Naturalmente la porto via, affinchè non debba esporsi a questo cimento e nemmeno debba sentirsi ferita nell'amor proprio, umiliata da una fuga codarda.
Hai trasformato queste passeggiate, praticamente obbligatorie e fisse, in un'occasione poetica :-))))
RispondiEliminaNon nego che alzarmi alle cinque e venti mi risulta un po' pesante.
RispondiEliminaMa so che per il resto della giornata se ne occuperanno i ragazzi,con una complicata turnazione °_°
Non voglio caricarli anche di questo ulteriore turno, tanto gravoso. E poi, varcata la soglia, diventa un'avventura...
Nulla è uguale, se accade all'alba.
RispondiEliminaDa ragazza mi piaceva alzarmi presto e osservare il sorgere del sole, specie in estate, col suo rituale lungo, che offre il tempo di rilassarti, pensare, anche appisolarti.
Perdersi le prime ore del mattino è un po' come vivere di meno.
Infatti, come dicevo sopra, varcata la soglia, vinto il sonno si apre un mondo di impressioni, di percezioni diverse. A quell'ora. ogni cosa è "altra cosa". Ma i dormiglioni non lo sapranno mai ^_^
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