Non so se l'ho detto. Oppure era un concetto vago, non definito. Il senso di rotolamento, sempre più veloce. Perché è così forte la percezione di scivolare, di perdere appigli, perdere terreno? eppure, eppure è così. Come quando in un centro commerciale vedi gli altri al piano, che con studiata noncuranza stanno a baloccarsi a gruppetti, si gingillano davanti alle vetrine, mentre tu sulla scala mobile, scendi, inesorabilmente, inevitabilmente, scendi e ti allontani da quel modo fermo e piano. Giù, sempre più giù. Eppure fino a poco tempo fa anche tu stavi lì, a inseguire le situazioni, concentrata a risolvere problemi. Ora non ci sono più situazioni, i problemi sono ormai cellophane colorato, inconsistenti e futili, di fronte al moto ineludibile in discesa. Giù, giù. La salute stessa è un vaso di coccio più volte rabberciato, senza né l'estetica, ormai dimenticata, né la funzione, presente solo nelle memorie. E' un cimelio, una medaglia al valore di una guerra dimenticata, inutile, ma da conservare nella sua stessa inutilità.
E le cose lasciate a mezzo insistono a pigolare inascoltate, mentre le forze languiscono e ti senti più vicino a chi è partito che a chi è rimasto.
Metafora figlia dei nostri tempi. Giù dalle scale mobili fino a perdersi definitivamente e non trovare più neanche la macchina, tra i cento settori colorati del garage. Ecco, allora sì, rimpiangere un pigolare ormai lontano e non averlo neanche fotografato quel 36 F lilla dove posteggiammo secoli orsono, entusiasti di scalarlo quel centro commerciale.
RispondiEliminaEcco, questo commento è proprio simpatico e ripristina un clima scherzoso. Grazie, ciao!
EliminaA me piace confondere piani di tragedia e sarcasmo.. oggi inzia una nuova chemio ma andiamo a fare amicizia con questi noduli monelli.. e occhio al parcheggio! ;)
EliminaIn gamba, allora! Sai, dovrei pensare che tra non molto mi potrebbe servire una badante, e invece continuo a piantare alberelli.
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