domenica 22 dicembre 2019

Non me ne importa più

Davvero.
Chi mi legge, lo sa che in passato ho scritto un sacco sul tema del Natale, delle feste obbligate, della vana ostentazione di felicità, delle odiose luci accecanti, dell'oro e del rosso onnipresenti, volgari e banalizzanti...
Non me ne importa più: davvero.
Lascio che sia; solo, mi ritraggo.
Avete presente la chiocciola che si tira indietro indietro, nella sua elica opalina?
Così io.
Declino pranzi, respingo garbatamente inviti, cene, incontri. Gentilmente sparisco, divento sottile, diafana, trasparente_ Ma ci sono? no, non più, o forse, ecco giusto una traccia, un tocco di me è ancora lì, però se mi cerchi, aguzzando la vista: no, non ci sono più, non era che un arabesco della tappezzeria. Pouf! Sparita.
Sto nel mio cantuccio, sola, immersa nella bambagia dei ricordi, nel capoc del tempo che fu.


6 commenti:

  1. E tuttavia vorrei farti gli auguri di Buone Feste... che tu possa sopravvivere indenne! Nemmeno io amo questo periodo, per quanto cerchi di evitare il più possibile, qualcosa si deve pur sopportare. Passeranno anche queste, via!

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    1. Tanti auguri, cara Guchi! abbracci, bacioni e anche qualche lacrimuccia. E pasticcini, vecchie storie... perchè no. Ciao, amica mia, Buone Feste!

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  2. Il mondo. Ha bisogno anche delle assenze e le luci non son tutte uguali. Esistono poi momenti con una trama emotiva non ripetibile, tutto quello che viene dopo suono falso e non adeguato. Così le feste degli anni a seguire, le persone, i pensieri, i sogni, i visi, ogni cosa più o meno spostata dal suo proprio e indispensabile posto. È questa distonia a farci male. Ciao Zenit.

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    1. E' questo, infatti. Se non c'è più chi ci doveva essere, a che scopo festeggiare? [ma non voglio guastare l'allegria a nessuno e... sparisco]

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    2. Quando sparisci qualcuno se ne accorge? Qualcuno ad un certo punto ti cerca, ti parla, chiede, ti guarda?

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    3. Talvolta. Non sempre. Mi cercano i pochi familiari rimasti, occasionalmente. Però ormai non me ne importa più tanto della dimenticanza. Anzi, è un frutto speziato da gustare pian piano, nella solitudine delle memorie.

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