giovedì 19 settembre 2013
reading I.S.T.
[...] E poi abbiamo capito che non valeva la pena di ciarlare, sempre soltanto ciarlare sulle nostre accuse, il che ci portava dritto alla volgarità e al dottrinalismo; ci siamo accorti che i nostri sapienti, i cosiddetti uomini d'avanguardia e accusatori, non valgono niente, che noi ci occupiamo di sciocchezze, discorriamo di arte, di creazioni infondate, di parlamentarismo, di avvocatura e sa il diavolo di che altro, mentre si tratta del pane quotidiano, mentre le più grossolane superstizioni ci soffocano, mentre tutte le nostre società azionarie vanno a rotoli soltanto per la mancanza di uomini onesti, mentre la stessa libertà, per la quale il governo si dà da fare, a mala pena ci offrirà qualche utile, giacchè il nostro contadino è contento di derubare se stesso pur di andare a bere qualche intruglio alla bettola. [...]
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Trovo una ferioce attualità, soprattutto nelle ultime righe, di queste parole scritte 150 anni fa :-)))
RispondiEliminaCiao! :-))))
Infatti! sembra uno stralcio da uno dei tanti programmi serali, che quotidianamente commentano la situazione socio-politico-economica italiana.
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