Uscire al mattino in ore antelucane, sentire le mani bruciare per il freddo, indossare i guanti, partire. Scoprire che piove, scoprire che la pioggia è densa come miele, scoprire che è fragile come vetro, scoprire che è nevischio.
Poi... poi la bianca paura
...la strada sinuosa e melmosa, granita di neve e fango o peggio brillante vitrea specchiata...
poi la rampa, la solita rampa che appare un cimento di vita o di morte e tu, fino a un attimo fa mamma, moglie, insegnante, diventi gladiatrice di un mortal kombat dove_lo sai_ oggi, stasera, ci saranno morti veri, sangue vero, acciaio vero
poi arrivi a destinazione; già esausta, il viso arrossato, i capelli come sono dopo tolto il berretto:
e senti di aver vissuto un attimo bruciante
Hai descritto tutto in modo lirico-epico, ma lo smarrimento -e in alcuni momenti- la paura per certe situazioni ci sono tutti, e lo sentiamo sulla nostra pelle :-). La neve è bella solo sulle cartoline, non quando si deve lavorare :-))).
RispondiEliminaGrazie per le gentili parole, Belf ^_^ la paura infatti c'è, eccome. Ho percorso l'Ofantina per una decina d'anni, e ne ho vista di neve! una volta ho viaggiato dietro lo spazzaneve, un'altra ci ho messo 4 ore per percorrere 75 Km, poichè c'era una tempesta di neve nella zona di Bolifano. Ma la paura è sempre lì, nuova, integra -_-
EliminaImpressionante! Dev'essere stata una sensazione orribile!
RispondiEliminaSì :-O ...comunque chiederò il trasferimento: non ho più l'età per queste emozioni così forti
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